FVM ricorre al Capo dello Stato

Contro la Deliberazione della Giunta Regionale 1372 del 17 ottobre 2011

che ha espresso il parere favorevole alla dismissione della ferrovia Fano-Urbino,

l’associazione FVM ha fatto ricorso al Capo dello Stato.

Pubblicheremo presto l’intero atto. Le spese da sostenere saranno tante.

Contiamo sull’ aiuto di tutti coloro che hanno a cuore questa battaglia.

1-      ECCESSO DI POTERE, in quanto la regione non ha considerato

         l’esistenza della delibera del consiglio  provinciale 15/2009, non ha richiesto

         il parere dei comuni interessati né delle associazioni che negli anni

         hanno perorato gli interessi  della cittadinanza relativi alla questione.

 

2-     ECCESSO DI POTERE, per contradditorietà estrinseca del

       provvedimento impugnato che si pone in antitesi con tutta

        l’attività svolta finora dall’amministrazione stessa.

 

3-      ECCESSO DI POTERE, per illogicità manifesta in quanto il

        Piano Strategico della Provincia 2020, richiamato nella delibera

        regionale, prevede il “recupero”  della linea ferroviaria.

 

4 –   VIOLAZIONE DELLA LEGGE, per mancato rispetto del principio

       di economicità  dell’azione amministrativa:

       si decide lo smantellamento di un infrastruttura ferroviaria,

       ritenendo più conveniente costruirla ex-novo.

 

 

Dibattito all’ITC Battisti di Fano

http://youtu.be/id8irlieQfk

E’ on line una sintesi del dibattito svoltosi all’ITC Battisti di Fano organizzato

 in occasione del Talent Day.

La politica espressa dall’assessore provinciale Minardi (pd)

e dal consigliere provinciale Tarsi (pdl) è a favore della pista ciclabile,

pur ritenendo importante ed utile il servizio ferroviario.

L’associazione FVM ha dimostrato che tale scelta produrrà un danno erariale

 notevole (Bariletti) ed una rinuncia ad un servizio pubblico

 di fondamentale importanza per le esigenze dei cittadini (Carboni).

lChi fosse interessato al DVD dell’intero dibattito, contattare l’associazione FVM.

Il Molise potenzia le ferrovie, le Marche le chiudono!!

Su diversi siti è possibile leggere il potenziamento della linea ferroviaria interna molisana.

Ancora un esempio di come la volontà politica rende le cose possibili.

Ormai è chiaro a tutti che, nella Valle del Metauro e ad Urbino, la volontà politica è di mantenere il trasporto pubblico su gomma.

Nel 2009 la Regione Marche e lo Stato, nell’accordo aggiuntivo infrastrutture, avevano incluso la ferrovia Metaurense tra le opere prioritarie.

Con straordinario dinamismo, insolito per le pubbliche amministrazioni, hanno scongiurato il pericolo!!!

Campobasso, 21 gennaio 2012

Una buona notizia per i pendolari molisani, che ogni giorno devono sopportare i disagi e la lentezza del trasporto su rotaie locale.

Da oggi è infatti attivo il nuovo impianto tecnologico della stazione di Bosco Redole, che consente di elevare la velocità di transito da 30 km/h rispettivamente a 70 in direzione Isernia e a 60 verso Benevento.

L’intervento rientra tra quelli concordati con la Regione Molise per il miglioramento della mobilità ferroviaria regionale.

Oltre all’adeguamento della stazione di Bosco Redole,  è stata adeguata la galleria Colle Barone e sono stati rinnovati 50 km di binario.

Ciò ha anche consentito di elevare la velocità tra Guardiaregia e Cantalupo da 85 km/h a 110 km/h

Investimento complessivo 23 milioni di euro.

Come FVM non ci resta che auspicare interventi altrettanto gradevoli per la linea Sulmona Carpinone, sospesa da pochi mesi e che vede nella Associazione “Le Rotaie Molise” un forte sostenitore del ripristino del servizio. Il recente incontro concesso dalla Regione Molise sull’argomento, testimonia, se non la volontà di riaprire, per lo meno quella di ascoltare le Associazioni… cosa mai avvenuta nelle nostre terre.

 

Appunti, commenti sulla vicenda della ferrovia Fano Urbino

Coerentemente c’era anche l’associazione FVM a manifestare contro i tagli di Trenitalia, ma sottolineavamo anche l’importanza delle linee secondarie, Fano Urbino compresa.

Il servizio ferroviario non è importante solo per la costa adriatica ma anche per l’interno.

E’ stato comunque piacevole vedere tanti personaggi pubblici (sindaci, assessori, responsabili del commercio,  segretari locali di partito, componente di associazioni…) che ritengono che la Ferrovia Fano Urbino possa essere trasformata in pista ciclabile manifestare per avere più treni.

…e il presidente Ricci dov’era??? A casa malato hanno riferito. E’ proprio vero ….i treni gli fanno venire la febbre!!!

di seguito la risposta agli articoli comparsi nei giornali locali relativi alla dismissione

APPUNTI , COMMENTI SULLA VICENDA DELLA FERROVIA FANO-URBINO.

Dopo i fatti accaduti recentemente riguardo la Ferrovia Metaurense mi sento in obbligo , come  umile suddito e non come cittadino della Repubblica, di esprimere qualche opinione su quanto si legge nelle pagine del Carlino.

Sono completamente d’accordo su quanto afferma l’Ing. Gambioli:

Sul Ministro Passera: trattandosi si un eminente persona , ma completamente a digiuno di cose ferroviarie,

con tutta probabilità ha firmato un provvedimento letto (? ) affrettatamente senza la minima considerazione

ad analizzare con attenzione il caso ( cioè  ascoltando e confrontando come un buon giudice le diverse argomentazioni );  di sicuro ha ritenuto di realizzare – dietro sollecitazioni varie-  un grande risparmio di spesa (!): quale non si sa.

Di certo si DILAPIDA  un grande patrimonio che appartiene al popolo italiano!

Sul Sen. Londei: ritenuto un estimatore del mezzo ferroviario, fu intervistato da FVM anni fa con lo scopo di allacciare un rapporto di collaborazione; il Senatore conosce benissimo l’azione condotta in questi  anni da FVM , ma non ha  mai chiesto un minimo confronto  per ampliare le Sue conoscenze od agire in comune per il bene del territorio.

Il Prof. Pencarelli pone giustamente il quesito tra costi ed opportunità.

Balza però , agli occhi anche dei più sprovveduti, l’enorme divario tra le grandi e molteplici potenzialità offerte dalla ferrovia e la misera realtà costituita da una ciclabile che esclude e si sostituisce al treno.

Tanto per chiarirci prendiamo come esempio la ferrovia della Val Venosta, simile alla Metaurense .

Dai dati ufficiali della Prov. di Bolzano, proprietaria della struttura, nel 2010 si sono ottenuti i seguenti risultati:

  2.700.000 ( duemilionisettecentomila) persone trasportate, 22 ( ventidue) milioni di euro apportati dal solo (!) turismo svizzero ( non esistente prima della riapertura della linea) alle attività della valle ed oltre 20.000 cicloturisti che hanno utilizzato il treno e sono in

 continua crescita .

Queste sono opportunità rispetto ai costi  ( che si ammortizzano nel tempo!).

La questione poco dibattuta ma che deve essere affrontata è la seguente :

LA FERROVIA SERVE O NO?

RAPPRESENTA UN MEZZO PER LO SVILUPPO DELLA VALLE METAURENSE O NO?

Tale problematica è stata affrontata e sviluppata dea Prof. Bariletti , Docente Universitario e consulente di imprese ferroviarie, Regione Lazio e provincia Rieti.

Le sue analisi e progetti  ( ricostruzione e gestione) sono ampliamente favorevoli al ripristino.

Di contro la Provincia di Pesaro-Urbino non si è mai degnata di rispondere ai  pressanti inviti di FVM volti ad un sereno e disinteressato confronto tra opposte tesi tra gli esperti;

molto probabilmente perché non ha mai avuto un progetto valido da confrontare.

 Un commento sull’indagine demoscopica. A parte l’esiguità delle persone intervistate, si evince che la parte ( maggioritaria) di chi vuole la riapertura é di bassa scolarità.

Tra i sostenitori della proposta di ripristino abbiamo persone “ a bassa scolarità” come il compianto scrittore Paolo Volponi, fiero sostenitore del treno per Urbino, il Prof, Annibale Salsa , già Docente alle Univv. di Genova e Ginevra, antropologo e Consulente UNESCO, gli scrittori-giornalisti Paolo Rumiz,

Carlo Vulpio, Paolo Pittaluga, il Prof. Ilvo Diamanti dell’Univ. di Urbino anche lui scrittore e giornalista,

il Prof. Boiani già direttore del Museo della Ceramica dei Faenza , la Dirigenza del FAI delle Marche e Nazionale, oltre a numerosi esponenti di Legambiente.

Oltre all’appoggio  dei summenzionati, FVM ha uno staff di esperti di cultura e valenza tecnica di valore nazionale che hanno prodotto una notevole mole di documenti e progetti quali né la Regione né la Provincia

hanno mai redatto come base della loro recente azione : in poche parole non hanno fatto nulla..

Con tale comportamento si pongono al di fuori di ogni comportamento degno di una nazione democratica fondata sulla Costituzione qual’è l’Italia.

 Se fosse vero che il Ministero se ne è lavato le mani di questa nostra ferrovia, è  anche vero

che la provincia ha fatto la parte del sapone per i motivi che ho illustrato prima, anzi si è accanita contro

di essa , da quando Ricci ha assunto la Presidenza, con una dinamicità quanto mai sospetta.

La ferrovia , al contrario di quanto affermato da alcuni personaggi, non ha mai dato fastidio a nessuno,

sono invece le sue potenzialità e caratteristiche economiche che “stimolano” molto.

Propagandare , poi, l’ipotesi di una ricostruzione lungo l’asse viario Fano- Fossombrone  è una favola

priva di ogni giustificazione logica, progettuale, economica ed operativa.

Pensate a quanto costerebbe solo espropriare i terreni ed allo scempio ambientale paragonabile a quello attuato per la terza corsia dell’Autostrada ( ci basta ed avanza già il fotovoltaico).

Si vuole poi difendere la Pergola-Fabriano quando invece il servizio è sospeso grazie anche alle politiche

del “Palazzo” . E’ bene che tutti sappiano che le Marche corrono il sicuro pericolo di vedersi portare via il sistema ferroviario interno proprio per l’incapacità di offrire un vero servizio pubblico coordinato tra gomma e ferro.

Si vuole solo confondere la gente con la proposta di un fantomatico collegamento Urbino-Roma con la   stazione-capolinea a Fossombrone (!) , proposta del tutto illogica ed irrazionale con la Metaurense distrutta ,con la direttrice Ghilardino-Torricella che obbliga  la costruzione di gallerie ( costano milioni al metro di euro – vedi la Guinza) per giungere a Pergola ed intanto chiudono la Pergolese, chiuderanno la Maceratese, la Ascoli- P.S.Giorgio in via di elettrificazione  e poi, non perdiamo le speranze, anche la Romana e l’Adriatica: tanto ci sono auto ed autobus ( anche aerei ) di costo  sempre più economico e conveniente per tutti!

A proposito di cifre: si afferma con certezza che la ciclabile sulla ferrovia ha un costo limitato.

Pregasi fornire il progetto economico.

Siccome non esiste, cerchiamo di ipotizzare una cifra riferendoci ad esempi concreti.

La ciclabile tra Fosso Sejore e Fano , che a quanto sembra non produce un gran chè a livello economico, è

costata quasi sei mil. di euro che divisi per la lunghezza del percorso fa  circa un milione a Km.

Si moltiplichi la cifra x 25 ( distanza kilometrica di Fossombrone) : il risultato è tra i 25 ed i 27 milioni.

Penso che per un “giocarello” del genere sia una somma considerevole, senza parlare dei costi di manutenzione, di illuminazione , di messa in sicurezza delle gallerie di Tavernelle.

 Dove si troveranno i soldi?

In Europa? Nei nostri floridi Comuni? Oppure nelle tasche di Sarkosy o della Signora Merkel?

Quanto al giudizio (falso) sull’errata strategia attuata da chi vuole solo la riapertura della Metaurense,

è bene sottolineare che l’Associazione ha sempre avuto in mente il collegamento con Pergola con percorso da studiare con attenzione ed oculatezza. La stazione di Pergola è stata restaurata grazie all’intervento di

FVM che ha permesso al Comune di Pergola di dare mano ai lavori.

Inoltre tramite l’intervento del Genio, si era delineata un’ ipotesi di collegamento con Rimini attraverso cinque diversi tracciati.

 Per quello che riguarda la proposta “velorail” non è assolutamente originale né  sperimentale.

FVM era nata proprio con l’idea di salvare il percorso della linea adottando tale mezzo; uno dei nostri soci fondatori Dr.  Antonello Sica si era recato in Francia per un’esperienza dal vivo e ne era rimasto entusiasta.

L’ostilità del Vice sindaco di Fossombrone , interpellato da me nel 2000 a tale proposta, aveva fatto mutare l’obiettivo del sodalizio con uno scopo molto più importante ed appagante per il territorio: la riapertura con il treno vero.

A parte la miriade di contraddizioni che si rilevano dall’intervista al Presidente Ricci , questo mi appare di basilare importanza : distruggere un bene ed una struttura fondamentale per la valle per sostituirlo con un

qualcosa a basso profilo di nessuna utilità pratica né tanto meno utile a stimolare profondamente le

attività , le esigenze e le aspettative di sviluppo della popolazione di tutta la valle del Metauro .

Da ultimo e qui finisco, vista la gravità del momento in cui tanta gente si ritrova con il timore di un

futuro, assai prossimo, carico di difficoltà e ristrettezze, proporre una faccenda del genere mi sembra immorale se non carica di pericoli .

A pancia vuota non si pedala velocemente ed “ in sicurezza”, soprattutto in inverno con temperature

sottozero od in estate col sole che spiomba a trentacinque gradi.

 Provare per credere.

 Carlo Bellagamba/Presidente FVM

 

 

 

 

 

Dibattito all’ITC Battisti di Fano

Questa mattina all’ITC Battisti di Fano si è svolto il dibattito sul futuro della ferrovia Fano Urbino.
Ad intervenire di fronte ad una cinquantina di studenti sono stati l’assessore provinciale ai trasporti Claudio Minardi, il consigliere provinciale del PDL Mattia Tarsi e per l’associazione Ferrovia Valle Metauro il proff. Bariletti e lo studente e socio FVM Carboni.
Sia l’assessore Minardi che il consigliere Tarsi sono favorevoli al trasporto ferroviario, ma, entrambi rassegnati che non vi siano prospettive economiche per il ripristino, preferiscono la conversione in pista ciclabile.
L’assessore Minardi, ha reso noto che l’ing.re Paccapelo della provincia è a Roma per avviare la modalità di trasferimento della ferrovia alla provincia, e ha dichiarato che il costo stimato della pista ciclabile sulla sede ferroviaria sarà sui 5milioni di euro        (103€ al metro).
Di contro il proff. Bariletti ha evidenziato il danno erariale derivato dalla conversione della ferrovia in pista ciclabile e ha sottolineato il problema dello squilibrio del trasporto merci e persone , quasi tutto incentrato su gomma.
Carboni, grazie allo studio AISIF, ha dimostrato le potenzialità della linea che non si sono mai potute esprimere:  12 minuti Fano-Calcinelli / 23 minuti Fano Fossombrone e 54 Fano Urbino, per esempio.
Si è inoltre chiesto come sia possibile che il costo di una ciclabile di 50 km sia di 5 milioni di euro, mentre la pista ciclabile Fano Pesaro di 9,2 Km è costata 6,2 milioni di euro (675 €/m) e ancora non è stata completata con l’illuminazione.
Tutte domande cui, nel dibattito, non è stata data risposta. Ad oggi l’unica (quasi) certezza è che la metaurense è stata dismessa; ma sulla ciclabile ancora nessun dato certo. 

Il senso della realtà

Pubb 

De profundis ferrovia

“ …si comunica che a conclusione dell’iter procedurale di competenza è stata disposta la dismissione della ferrovia Fano Urbino.”

Il decreto ministeriale, numero 430 del 15 dicembre 2011, ratificato dal ministro Corrado Passera il 3 gennaio, così recita. (Resto del Carlino 17/01/12)

Suona strano che il ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture Passera con tutti i problemi che deve riuscire a risolvere in  questo paese si sia interessato della ferrovia Fano Urbino.

Comunque se c’è stata una conclusione dell’iter procedurale bisogna ritenere che ci sia stato anche un inizio, ed in effetti, è tutto cominciato l’8 maggio 2010, quando il neo presidente della provincia di Pesaro e Urbino Ricci scrive al Ministro delle infrastrutture e al presidente della Regione Marche una lettera dove argomentando che: “sono stati vani tutti i tentativi di riattivarla” ( QUALI???) “ è giunto alla conclusione che non c’è nessuna possibilità di riattivazione…” ( DOPO QUALI STUDI????).

In seguito una delibera di giunta provinciale 217/2010 stravolgerà una delibera di consiglio provinciale 15/2009 ( MA NON E’ CONTRO LE REGOLE DEMOCRATICHE??) e un presidente di regione che aveva inserito la ferrovia Fano Urbino tra le opere prioritarie ,accordo stato regione 06.03.09 , si rimangerà la parola e firmerà il parere favorevole alla dismissione con delibera di giunta regionale 1372/2011 (VIVA LA COERENZA).

L’associazione FVM finchè esisteranno i binari non rinuncerà alla sua lotta (non abbandoneremo la nave), perché riteniamo che questo paese ha bisogno di cose serie, e LA FERROVIA FANO URBINO E’ UNA COSA SERIA, per poter dare opportunità e futuro al nostro territorio ed ai suoi abitanti.

FERROVIE DIMENTICATE (assassinate!!) 5^ giornata nazionale

Avvisiamo tutti gli interessati che stiamo organizzando la 5^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate per il prossimo 4 marzo.

 A breve il programma della giornata.

Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, in collaborazione con Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce), presenta nell’ambito della V edizione della Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, per l’anno scolastico 2011-2012, il Concorso fotografico nazionale per le scuole secondarie di secondo grado: “Le scuole in treno”.
Il Concorso ha l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti a una concezione della mobilità rispettosa dell’ambiente e far conoscere una rete nazionale di mobilità dolce.

Tutti gli insegnanti e gli alunni maggiorenni, sensibili al problema, che vogliono aderire alla nostra manifestazione possono contattarci ai numeri:

3803410327 (michele) 3278340801 (carlo), scadenza iscrizione 31 gennaio 2012.

Tutte le modalità sul sito

http://www.ferroviedimenticate.it

Invitiamo anche,sullo stesso sito, a firmare la petizione in favore delle linee ferroviarie dismesse.

 

MISTERIOSE CONTRADDIZIONI

Pochi mesi fa Camera di Commercio e Confindustria di Pesaro  sostenevano che  la ferrovia Fano Urbino non era una priorità: ….”le imprese chiedono ben altre cose”….”Non ha senso un treno normale perché esistono già i collegamenti con i pullman”. (il Messaggero/Pesaro 01.06.11)                      

Inaspettatamente, però, se viene toccata la stazione di Pesaro,  alzano le barricate. Era già successo quando la chiusura della stazione era stata anticipata alle h 21:30 ed è di oggi la notizia della prossima manifestazione contro i tagli effettuati da Trenitalia. (Il Resto del Carlino/Pesaro 11.01.12)

I treni sono un volano per l’economia a Pesaro, ma stranamente non lo possono essere nella Valle del Metauro.

Senza treni Pesaro e Fano rischiano isolamento, l’entroterra, invece, può farne a meno.

Un’ alta percentuale di studenti universitari arriva in treno ( a Pesaro) ma per proseguire fino ad Urbino deve prendere il pullman.

Se venisse riaperta la Fano Urbino, l’offerta ferroviaria nella provincia di Pesaro aumenterebbe (attualmente esistono 4 stazioni: Pesaro, Fano, Marotta, Pergola), conseguentemente amplierebbe la clientela e le fermate dei treni a lunga percorrenza sia a Fano che Pesaro verrebbero incrementate. Ragionamento difficile???

 

 

Piano per il clima 2010 – la ferrovia può aiutare a risolvere i problemi ambientali

Un amico ci ha segnalato che esiste un documento ufficiale della Regione Marche intitolato “PIANO PER IL CLIMA” che rappresenta l’attuazione di un altro documentone del 2006 LA STRATEGIA REGIONALE DI AZIONE AMBIENTALE PER LA SOSTENIBILITA’ in cui a pagina 86 c’è la previsione del seguente intervento “Sostenere l’avvio del servizio di metropolitana leggera per i seguenti ambiti territoriali: Urbino-Fano-Pesaro, Senigallia-Jesi-Ancona-Osimo; Civitanova-Macerata; Ascoli-San Benedetto-Grottammare.”

L’intero testo del documento è disponibile nell’area DATI TECNICI / Ferrovia ed enti Pubblici  assieme alle altre delibere della Provincia di Pesaro che sono favorevoli alla riapertura. Tuttavia siamo ancora in balia del destino…

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2010_DGR_0225_pianoclima.pdf