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Railway 200

Railway 200

Grandi festeggiamenti nel Regno Unito!

Il 27 settembre del 1825 in Inghilterra nacque la prima ferrovia; l’anno 2025 quindi ricorda i 200 anni da questo evento che ha cambiato la storia dei trasporti. Quest’anno sarà ricco di attività e iniziative legate a questo evento.

Eventi al link sotto:

https://railway200.co.uk/it/

Piano Infrastrutture “Marche 2032” e Anello Ferroviario

Marche 2032 è un contributo concreto al cambio di passo sulle infrastrutture, che consideriamo a pieno titolo pre-condizione di sviluppo e autentico welfare sociale, ambientale ed economico.

Sono quattro i principi ispiratori di Marche 2032: Sostenibilità, Sicurezza, Inter-Multimodalità, Interconnessione da realizzare con il passaggio chiave dall’attuale struttura di collegamenti “a pettine” ad una “a maglia” con vantaggi sia per l’ambiente (abbattimenti di CO2 per una riduzione dei tempi di percorrenza), sia di omogeneità di sviluppo dei territori.

Così in estrema sintesi le scelte strategiche del Piano delle Infrastrutture, con una disponibilità di oltre 4 miliardi di euro fino al 2032, appena adottato dalla Giunta Regionale.

“Questo Piano infrastrutture è uno degli elementi caratterizzanti di questi tre anni di governo delle Marche – sottolinea il Presidente Francesco Acquaroli – insieme alle riforme sull’organizzazione degli enti della sanità, alla nuova visione che orienta il piano sociosanitario e al nuovo approccio avviato con la legge urbanistica e del governo dei territori. Un sostanziale cambio di passo e di visione della crescita infrastrutturale che vogliamo imprimere alla nostra regione. E lo abbiamo fatto affrontando tematiche fondamentali per garantire uno sviluppo socio-economico equilibrato e sostenibile in tutta la regione, con l’obiettivo di ritornare tra le regioni più dinamiche e in crescita. Quella delle infrastrutture è una tematica centrale e imprescindibile per guardare al futuro delle Marche nel breve e nel medio-lungo periodo: vie di collegamento pensate e realizzate per migliorare la qualità della vita dei cittadini, la competitività delle imprese e l’attrattività turistica di una regione piena di straordinarie bellezze da scoprire. Uno strumento indispensabile finanziato con un mix di fondi (risorse proprie regionali, fondi ministeriali fondi PNRR, fondi europei) che ci permetteranno di intervenire trasversalmente sul territorio regionale. Il piano delle infrastrutture deriva da una approfondita azione di concertazione, è la testimonianza del nostro impegno a guardare al futuro di chi vive, lavora, studia nella nostra regione, un futuro che vogliamo sempre di più nel segno dello sviluppo ambientale, sociale ed economico”.

Marche 2032 è un contributo concreto al cambio di passo sulle infrastrutture – secondo l’assessore Francesco Baldelli – che consideriamo a pieno titolo precondizione di sviluppo e autentico welfare sociale, ambientale ed economico”.

4 i concetti chiave, 4 gli obiettivi: riconnettere Ancona alle Marche e le Marche all’Italia e all’Europa; costruire un nuovo Corridoio europeo TEN-T diagonale che colleghi i Balcani e l’Oriente con la Penisola Iberica e l’Atlantico; Creare una rete infrastrutturale “a maglia” su gomma e su ferro; Realizzare infrastrutture moderne ed efficienti per garantire lo sviluppo sostenibile. Gli investimenti in infrastrutture sono la più grande opportunità, non solo per ridurre le diseguaglianze territoriali ma anche per creare nuova occupazione e frenare lo spopolamento, soprattutto della fascia subappenninica, offrire opportunità di sviluppo anche nelle aree medio-collinari e lungo la fascia costiera, oltre a valorizzare in Italia e nel mondo le eccellenze naturalistiche, culturali e imprenditoriali della nostra regione. Un Piano di grande portata, studiato e partecipato, che ha raccolto le esigenze dei territori e delle categorie e che mancava da 12 anni, da realizzare in tre step, da oggi fino al 2027, un altro step fino al 2032 e poi gli interventi che andranno oltre tale data”.

Gli obiettivi

Il primo obiettivo è pensato per colmare quella carenza di collegamenti che ha pesato in maniera determinante sul declassamento, nel 2018, nella classificazione europea della nostra comunità regionale da regione sviluppata a regione in transizione. Obiettivo da raggiungere facendo leva sulla piattaforma logistica delle Marche, che deve diventare un’alternativa più vantaggiosa, dal punto di vista dei tempi di percorrenza e dei costi di trasporto, a quei traffici commerciali internazionali che oggi si dirigono verso le direttrici che comprendono i Porti del Nord Europa.

Il secondo obiettivo è strettamente legato al primo e va perseguito in stretta connessione. Infatti, la costruzione di un nuovo Corridoio europeo TEN-T diagonale che colleghi, attraverso l’inter e multimodalità acqua-gomma-ferro, il Porto di Ancona con i Porti del Tirreno – Civitavecchia nel Lazio, Piombino e Livorno in Toscana, La Spezia in Liguria – è finalizzata ad incentivare i traffici merci e passeggeri da e verso l’Oriente e da e verso l’Atlantico. La collocazione strategica della nostra regione ne fa una vera e propria piattaforma logistica naturale di quella “Terza Italia” che valorizza il ruolo di “porta sul mondo” del Porto di Ancona, nell’ambito della politica delle “Autostrade del Mare”.

Il terzo obiettivo riguarda il cambio di paradigma che stiamo imprimendo alla nostra rete infrastrutturale, con il passaggio da una conformazione “a pettine” ad una “a maglia”, sia su gomma sia su ferro. In particolare, su gomma l’intento è quello di far incrociare le quattro superstrade marchigiane, SS 4 Salaria, SS 77 e 76 (Quadrilatero) e l’E78 Fano-Grosseto (da completare), con le longitudinali rappresentate dall’A14 e dalla cosiddetta “Autostrada dei Territori Interni” (sistema pedemontano-intervallivo che si sviluppa, in parallelo all’A14, da Urbino ad Ascoli Piceno e che va completata). A questa “maglia” di strade si aggiunge quella di “ferro”, con l’Anello Ferroviario Ascoli-Porto d’Ascoli-Civitanova Marche-Fabriano, che questo Piano prevede, in prospettiva, prosegua verso Urbino, attraversando Pergola lungo la tratta della Subappennina Italica riattivata nel 2021 a fini turistici, ricongiungendosi poi a Fano con la Ferrovia Adriatica. Un Anello da agganciare sempre di più anche alla diagonale Orte-Falconara, oggi in piena fase di realizzazione per raddoppio e velocizzazione, con lo scopo di unire senza interruzioni tutte le province delle Marche e connettersi con le principali direttrici ferroviarie italiane. Al centro della “maglia” gomma-ferro, il triangolo Porto di Ancona-Aeroporto di Falconara-Interporto di Jesi, il cuore della piattaforma logistica delle Marche, che deve offrire opportunità di sviluppo, sia ai territori interni e della media collina che ai comuni dell’intera fascia costiera, abbattendo le diseguaglianze territoriali tra costa ed entroterra, tra nord e sud della regione e tra piccoli e grandi centri.

Il quarto obiettivo, infine, si ispira ai principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e si basa su un concetto di fondo. Infrastrutture moderne ed efficienti sono in grado di coniugare in maniera equilibrata tre componenti: il rispetto dell’ambiente, con percorsi più performanti che migliorino le condizioni di sicurezza e i tempi di percorrenza nella mobilità di persone e merci, abbattendo i costi di trasporto e riducendo le emissioni di gas serra; la creazione, infine, delle condizioni favorevoli per “fare impresa” e per attrarre investimenti, anche da fuori regione; il rafforzamento della struttura sociale, sia con il sostegno alle fasce più deboli che con la diffusione di benessere per le famiglie e di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani, intendendo, così, le infrastrutture anche come efficace strumento di Welfare Sociale.

In Marche 2032 le infrastrutture si presentano come un sistema integrato e volano di sviluppo sostenibile finalizzato a creare nuove opportunità e a ridurre le diseguaglianze territoriali, sociali ed economiche, presenti: a nord e a sud, lungo la costa e nei territori interni, in grandi città e nei piccoli centri.

 

Piano Infrastrutture Marche 2032 – Documento principale

Proposta di Piano approvato dalla Giunta regionale nella seduta del 25/10/2023 (DGR n. 1536/2023).

ALLEGATI

 

Di seguito possono essere consultati gli elaborati del Rapporto di Valutazione Ambientale Strategica approvati dalla Giunta regionale nella seduta dell’11/12/2024 (DGR n. 1926/2024

ALLEGATI

Fonte: https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Infrastrutture/Marche2032

Convegno “Marche sui binari giusti” Urbino

Il 05 maggio 2023 dalle ore 17, presso la magnifica Sala del Trono del Palazzo Ducale di Urbino, si è svolto il convegno “Marche sui binari giusti”

sotto il link YouTube del video integrale (la diretta inizia al minuto 54 e 14 secondi).

Video YouTube

 

Il pensiero del Presidente

intervento FVM a ” Verso gli Stati Generali della Mobilità Nuova” Pesaro 16.09.2017

 

L’ASSOCIAZIONE FVM  E  LA FERROVIA METAURENSE  FANO-URBINO

La mobilità sostenibile è un concetto moderno e consapevole, nato dalla presa di coscienza di errori fatti nel passato: cattive abitudini e scelte fatte troppo frettolosamente, spesso hanno condotto  ad un grado di qualità della vita in cui elementi come l’ambiente, la salute, il consumo di territorio  e la sicurezza nelle nostre città sono stati poco considerati se non ignorati.

Un tale concetto importante e profondo deve, di conseguenza, fondarsi su “qualcosa di concreto” per poter passare dallo stato di idea a quello di azione realizzata .

Quel “qualcosa di concreto” sono le infrastrutture dedicate alla mobilità sostenibile. Infrastrutture come le piste ciclabili o le colonnine di ricarica per auto elettriche sono le preferite dalle persone affezionate alla modalità di spostamento individuale, mentre gli spiriti più sensibili agli spostamenti di massa si rivolgono a soluzioni versate più al trasporto pubblico.

Il trasporto pubblico, specialmente quello su ferro o comunque a guida vincolata o su infrastruttura propria, è di fatto la massima espressione di mobilità sostenibile  per flussi consistenti di persone. Chiaramente se si interviene sul flusso più importante si riducono la maggior parte delle esternalità negative del trasporto.

Se è vero che la bicicletta o l’auto elettrica riducono le emissioni, è anche vero che la prima non risolve i problemi delle distanze, delle avversità meteo e della fruizione all’uso a tutte fasce di popolazione (anziani, disabili  sarebbero esclusi), mentre la seconda non risolve i problemi di parcheggio e di congestione urbana (oltre che di incidentalità).

D’altronde il trasporto pubblico su gomma, anche elettrico, può rimanere  vittima della congestione stradale (se non addirittura incrementarla) e propone tempi a volte scoraggianti se non assistito da una viabilità prioritaria o dedicata e da tecnologie che facilitino l’utente nelle scelte e nella gestione dei tempi di attesa.

Al contrario un trasporto pubblico su sede propria, meglio se elettrico e meglio ancora se su ferro, si offre come soluzione allo spostamento dei flussi più importanti di persone con il vantaggio di un miglior tempo di percorrenza. Se è vero, ad esempio, che l’Italia, come recentemente evidenziato da diversi studi, è in coda alle classifiche per metropolitane e tramvie in rapporto alla popolazione, è altresì vero che laddove tali reti esistono esse costituiscono colonne portanti super utilizzate, in mancanza delle quali le comunità vanno in crisi dopo poche ore.

Sempre in ambito di sostenibilità è opportuno rimarcare come tali reti non debbano avere impatti insopportabili sul territorio o sull’urbanistica, onde non vanificare il concetto di sostenibilità al quale vorrebbero andare incontro. Quale cosa migliore , allora, del riscoprire reti esistenti poco utilizzate od in disuso e potenziarle cercando di renderle nuovamente utili e moderne?

L’Associazione Ferrovia Valle Metauro, – che dal 2000 lavora con passione per il ripristino della linea ferroviaria Fano – Urbino che insiste su un territorio densamente popolato e termina nel capoluogo Montefeltresco patrimonio Unesco e importante sede universitaria -, immediatamente si trova in completa sintonia con i concetti della mobilità sostenibile, consapevolmente li fa propri evidenziandoli ad ogni occasione.

La linea ferroviaria che FVM sostiene infatti, è proprio uno di quegli esempi di infrastruttura di trasporto pubblico di massa. Abbandonata ma ancora in buone condizioni!

 Il suo ripristino offrirebbe la notevole  occasione di spostare numeri importanti di utenti dalla strada al ferro. Tale necessità oggi comincia ad essere sentita dai residenti della valle grazie anche alla consapevolezza  dell’ assenza di una alternativa veramente competitiva con l’auto.

Prima di presentarvi le idee elaborate è bene chiarire il punto cruciale dei fatti di attualità su tale tracciato: in questo territorio più che altrove si sono fronteggiate due idee di mobilità sostenibile:  quella che voleva ripristinare il treno e quella che voleva trasformare la linea in una pista ciclabile.

Il problema di fondo è uno solo: il treno può passare solo su un tracciato ferroviario, mentre una pista ciclabile può passare su altri percorsi con aumento di valore intrinseco ed attrattività generale. Perché quindi escludere la più potente espressione di mobilità sostenibile per rimpiazzarla con quella più leggera?

Forse perché, localmente, i sostenitori della ciclabile per Urbino sono più attaccati all’ormai ambito obiettivo di fare la ciclabile SULLA FERROVIA (anche sostenuti da forti spinte politiche locali) piuttosto che fare una ciclabile PER URBINO ED IL TERRITORIO. Basti pensare che, a tutt’oggi, nessuno studio completo sulla ciclabile è stato pubblicato mentre FVM, oltre al progetto preliminare ferroviario, ha redatto anche un progetto di percorso ciclabile su tracciato alternativo di notevole valore paesaggistico.

Tornando alle idee progettuali sul tema in questione, nella figura a corredo di questo testo vi è una piramide che potremmo definire la “piramide delle idee” di FVM.

La larghezza della piramide, scendendo dalla vetta alla base, è direttamente proporzionale ai costi dell’intervento ipotizzato ed al beneficio che l’intervento porterebbe in termini di utenti potenzialmente interessati e a difesa dell’ambiente.

Tutte le soluzioni consentono di realizzare quelle a livello  superiore e non escludono un’eventuale modifica in direzione di quelle sottostanti. I principi sono quindi di reversibilità, gradualità e  compatibilità con la Legge delle Ferrovie Turistiche e con la normativa ferroviaria. Principi questi, tutti INCOMPATIBILI i con la soluzione ciclabile o peggio con altre proposte ibride che sono propugnate da alcuni uffici del potere.

La soluzione 1 riguarda un aspetto previsto dalla Legge delle Ferrovie Turistiche e cioè l’utilizzo su tutto o parte del tracciato di ferro-cicli che consentano un recupero ludico del bene senza snaturarne le caratteristiche tecniche. L’intervento è contenuto a risorse nell’ordine di 500.000 €.

La soluzione 2 prevede il rifacimento dell’infrastruttura, risparmiando su impianti e tecnologie, per utilizzare la tratta al solo fine turistico con treni storici. L’intervento che impegna una risorsa di circa 35 milioni di euro è importante ed apparentemente sovradimensionato per la funzione svolta. Tale intervento andrebbe però ad abbassare l’impegno economico delle fasi successive (linea di Trasporto Pubblico Locale) e quindi può essere visto come un investimento utile nell’ottica di gradualità del ripristino.

La soluzione 3 è la prima soluzione di TPL moderna attuabile. Essa prevede una riduzione dei tempi di percorrenza, il rifacimento delle stazioni, la riduzione dei PL da 55 a 21 ed aumenti di velocità. Insomma: un servizio attraente ed al passo con i tempi. Ha come unico “difetto” la non elettrificazione. In tal caso i benefici sociali sarebbero totali mentre quelli ambientali sarebbero dati dalla riduzione delle emissioni per passeggero rispetto all’uso di mezzi privati. La soluzione 3-  costo circa 87 milioni di euro da cui scorporare 35 milioni di euro spesi per la soluzione 2- è al centro del progetto elaborato da FVM con le società di ingegneria Pegaso e Sistema Ingegneria nel 2015.

La soluzione 4, teorizzata ma ancora non tramutata in progetto, prevede un servizio elettrificato – costo  aggiuntivo 20/25 milioni di euro- con velocità elevate e mezzi moderni uniti a capillarità del servizio. L’elettrificazione ed il notevole aumento della capacità di trasporto trasformerebbero la linea in un spina dorsale della valle che verrebbe collegata alla dorsale adriatica.

Ad oggi, grazie alla Legge delle Ferrovie Turistiche, FVM sta spingendo per attuare quanto meno la soluzione 1 con buone prospettive per la 2. Sarebbe il ferro ciclo al momento la soluzione più economica in campo, con costo dell’ordine di 1/10 della stessa ciclabile (spacciata per economica).

La lotta è però molto dura perché molti enti e politici sono fortemente contrari , propongono dubbie soluzioni ibride (ciclabile e treno contemporaneamente sul medesimo percorso -!!!) o compiono gesti sconsiderati, come nel comune di Fano in cui si sta realizzando (in modo legale?) una strada che interseca il binario ad un metro sopra le rotaie senza tenere conto dell’esistenza della ferrovia.

Insomma, all’avvicinarsi dell’obiettivo aumentano anche le avversità.

Forse la recente approvazione della Legge delle Ferrovie Turistiche potrà porre un freno al proliferare di idee e fatti che si pongono decisamente al limite della sostenibilità (anche mentale).

 

Associazione Ferrovia Valle Metauro

Fvm – Ferrovia turistica con la nuova legge

Il 23 Agosto 2017 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la Legge che istituisce le Ferrovie Turistiche.

Attualmente sono 18 le linee individuate nel Paese che hanno caratteristiche di particolare pregio naturalistico e archeologico:  la ferrovia Fano-Urbino è compresa nell’ elenco!

La Legge presentata l’11 giugno 2013 dall’ On. Maria Iacono(PD)  è stata approvata all’unanimità alla Camera dei Deputati il 24 gennaio 2017. Il 2 agosto 2017, alla presenza del Ministro delle Infrastrutture Delrio, la legge è stata approvata in via definitiva (sempre all’unanimità) dal Senato presso l’VIII Commissione deliberante .
La possibilità di creare  sviluppo sociale ed economico tramite le ferrovie turistiche è certificata non solo da un perdurante successo in Europa da oltre 60 anni ma, anche in Italia, dai dati in costante crescita  forniti da Fondazione FS che  dal 2013 organizza il turismo ferroviario con lodevole e sistematica determinazione in collaborazione con  Regioni e Volontariato .

Per quanto riguarda la ferrovia Fano-Urbino, mentre il Provvedimento era in itinere di approvazione , avvenivano  con sorprendente coincidenza due fatti estremamente gravi: l’estirpazione  di 30 m di binario per la costruzione di una strada nel Comune di Fano e la redazione  di un protocollo d’intesa tra la Regione Marche ed i Sindaci di alcuni Comuni  della valle metaurense per la realizzazione  di una ciclabile nel sedime ferroviario.

Riguardo al primo fatto:  in questi ultimi anni si assiste al sistematico rilancio di tutte le infrastrutture ferroviarie  nazionali ( principali, secondarie e turistiche) con notevole impegno finanziario; contemporaneamente  si è aperto un continuo dibattito  sulla ferrovia  Fano-Urbino tramite una notevole quantità di articoli sulla stampa locale e nazionale e la realizzazione di progetti di ripristino ed utilizzo plurimodale da parte di FVM.
E’ pertanto lecito chiedersi  perché siano stati divelti i binari senza realizzare l’attraversamento a raso come specificato da RFI-FS.  Soluzioni tecniche, anche economiche, per risolvere l’interferenza strada /ferrovia si potevano realizzare eppure non se ne è tenuto conto (volutamente ?).

Con l’approvazione della Legge Iacono si apre, pertanto, uno scenario aperto a sorprendenti soluzioni.

Riguardo al protocollo d’intesa non è difficile comprendere per quale motivo la Regione Marche cercava di anticipare i tempi.
Forse sperava che la Legge non fosse approvata? Oppure mediante l’adesione dei Sindaci si creava uno “status quo” per  escludere la ferrovia Fano-Urbino dall’elenco dalle ferrovie turistiche? A questo proposito bisogna rimarcare che la regione Marche ha 150 giorni di tempo, dall’entrata in vigore della legge, per richiederne l’esclusione con delibera motivata.
Una tale decisione  rappresenterebbe, comunque, un fatto unico, increscioso ed ingiustificabile che pone le Autorità locali in contrasto con la volontà del Parlamento e del popolo italiano.

La Valle del Metauro ha paesaggi, storia, cultura, archeologia, tipicità  e manifestazioni tradizionali uniche e peculiari.
Insomma possiede tutto ciò che serve per rendere una ferrovia turistica ,con il suo contesto locale, un’ attrazione  nazionale ed internazionale.  Dato per scontato che le altre Regioni interessate dal provvedimento si impegneranno ( ed alcune più lungimiranti ci stanno già riuscendo)  a ripristinare il “sistema”treno nelle loro storiche tratte, crediamo e confidiamo che le Marche siano in grado di fare altrettanto con pari successo per il bene delle sue popolazioni.

Per concludere non possiamo non citare ”il sogno” dei sindaci di Fano e Pesaro, sogno riportato nei quotidiani locali pochi giorni dopo l’approvazione della Legge : arretrare la ferrovia adriatica e creare così la zona costiera più bella d’Italia tra Pesaro e Fosso Sejore!

Ci si chiede ragionevolmente:  assieme  alla ferrovia adriatica arretreranno di conseguenza  anche le stazioni, quindi  per gli abitanti di Pesaro,  Fano , Marotta ,Senigallia  dove saranno previste le stazioni ferroviarie? E, soprattutto, con quali costi, con quali disagi ?

Associazione Ferrovia Valle Metauro

 

gazzetta-ufficiale

X^ Giornata nazionale delle Ferrovie NON dimenticate “…quando si arrivava a Roma in treno”

L’associazione FVM ( Ferrovia Valle Metauro) in occasione della X^ Giornata Nazionale delle Ferrovie NON dimenticate, organizza un viaggio nel passato, agli inizi del secolo scorso, quando i treni da Fano raggiungevano Fermignano e da lì trovavano la coincidenza per Fabriano e quindi per Roma.

L’evento si terrà domenica 26 Marzo pv e si intitolerà: “… quando si arrivava a Roma in treno”.

Partendo dalla stazione di Fano con mezzi propri, formando quell’ ideale treno che dovrebbe essere da tempo in uso nella nostra valle, si raggiungerà Frontone attraverso località di notevole attrattiva per la presenza di siti storici, archeologia industriale,  arte  e bellezza naturalistica; il tutto viene proposto con  lo scopo  di utilizzare  stabilmente il mezzo ferroviario alla scoperta del ricco bacino metaurese seguendo quello che nel resto dell’Europa si attua con straordinario successo da almeno venti anni.

Fra le fermate: la Corte Bassa di Fossombrone con apertura straordinaria per la giornata FAI di primavera. Nei pressi verrà anche allestita una mostra sulla ferrovia Metaurense a cura di FVM e della Pro-loco di Fossombrone con annesso plastico ferroviario. A Cagli si visiteranno alcuni siti di grande valore artistico.

Per chi desidera è possibile pranzare a Cagli con il cestino del viaggiatore, costo 10 euro.

Prenotarsi al n  340 2931654 (Moris) .
Di seguito il programma:

h 08:45 – ritrovo in stazione FS di Fano-lato parcheggio Sport Park

h 09:00 Partenza

h 09:30  1^ fermata: Ponte degli Alberi –  ponte ferroviario, centrale idroelettrica

h 10:00 2^ fermata: Fossombrone – Sito FAI Corte Bassa con mostra FVM

h 11:00 3^ fermata: S. Lazzaro di Fossombrone – Marmitte dei Giganti

h11:30 4^ fermata: Calmazzo – Area Archeologica

h 12:00 5^ fermata: Fermignano -veloce giro in stazione ferroviaria e centro storico

h 13:00 6^ fermata: Stazione di Pole

h 13:15 7^ fermataCagli – pausa per pranzo con cestino viaggiatore (costo 10 euro)

h 15:00 : Cagli- Chiesa Sant’Angelo Minore ( con opere di Timoteo Viti allievo del Francia)

h 16:00 8^ fermata: Acquaviva- stazione ferroviaria e ruderi ponte ferroviario

h 17:30 9^ fermata: Frontone –Imbocco tunnel ferroviario e giro del castello

h 19:00   Bicchiere della staffa e partenza da Frontone.

 

Info Carlo 328 7577091

Michele 380 3410327 (ore pasti)

Associazione FVM Ferrovia Valle Metauro