Quando la ferrovia Fano Urbino nella Fondazione FS?

Sarà riaperta per scopi turistici anche la linea ferroviaria Avellino–Rocchetta Sant’Antonio, che attraversa zone incontaminate dell’Irpinia, diventando la sesta linea del progetto della Fondazione FS “ Binari senza tempo”.

Il protocollo d’intesa è stato siglato a Roma il 14 luglio u.s. al MiBACT da Dario Franceschini, Ministro dei Beni e Attività Culturali e del Turismo, Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, Maurizio Gentile, AD e Direttore Generale di Rete Ferroviaria Italiana e Mauro Moretti, Presidente di Fondazione Fs Italiane. I primi viaggi in treno storico sono previsti da lunedì 22 agosto in concomitanza con lo Sponz Fest.

L’idea progettuale è stata curata dalla Fondazione Fs Italiane con il supporto di RFI, il Gestore della rete ferroviaria nazionale, che curerà gli interventi di riqualificazione delle linea e dei fabbricati, per garantire l’esercizio ferroviario a fini  turistici. La Regione Campania si impegna a reperire i fondi necessari, d’intesa con il MiBACT.

La Fondazione FS Italiane mette in campo tutto il  proprio know-how nella gestione delle linee ferroviarie turistiche e nell’organizzazione dei viaggi di treni storici. Sarà infatti allestito un treno con carrozze degli anni ’30 e un ex bagagliaio/postale riadattato per il trasporto bici e per la degustazione di prodotti  tipici.

Le manifestazioni di tipo culturale e le diverse iniziative collaterali  andranno a beneficio soprattutto delle comunità ed economie del territorio, configurandosi come nuova forma di turismo sostenibile, funzionale allo sviluppo locale.

Nel 2014 Fondazione FS Italiane ha dato una seconda giovinezza a circa 240 km di linee attualmente prive di servizi di trasporto pubblico locale regolari. Ferrovie individuate come un vero e proprio museo dinamico e che attraversa spettacolari paesaggi tra natura e arte della provincia italiana. Tra queste la Ferrovia del Lago, da Palazzolo sull’Oglio a Paratico/Sarnico sulle rive del Lago d’Iseo; la Ferrovia della Val d’Orcia, da Asciano a Monte Antico nell’incantevole paesaggio delle Crete Senesi; la Ferrovia del Parco, da Sulmona a Castel di Sangro, la seconda linea più alta d’Italia dopo il Brennero passando per Roccaraso e i boschi della Majella; la Ferrovia dei Templi, da Agrigento Bassa a Porto Empedocle, tra i Templi della Magna Grecia; e la Ferrovia della Valsesia, da Vignale a Varallo, attraverso una delle valli alpine più pittoresche d’Italia, ai piedi del Monte Rosa.

Nel 2015, secondo anno di attività dei treni storici, nelle sole cinque linee già riattivate sono stati organizzati 86 eventi con oltre 32 mila turisti. I flussi turistici ottenuti in così poco tempo farebbero gola a qualunque tour operator. Finalmente anche in Italia, a distanza di decenni dalle altre nazioni europee, il patrimonio ferroviario, anche quello “dimenticato”, diventa occasione di sviluppo dei territori.

Per fare rientrare la ferrovia Fano-Urbino nel progetto della Fondazione FS “ Binari senza tempo” la Regione Marche dovrebbe seguire lo stesso iter che hanno fatto le altre regioni, ma non sarà sicuramente così scontato. Chi ha seguito le vicende ed i retroscena della ferrovia Metaurense in questi ultimi anni conosce bene i “veri” motivi.

Solo con la  decisa  volontà i  Comuni della Vallata del Metauro ( come del resto  già successo in altri periodi storici) dovrebbero pretendere che, una buona volta, il Presidente e la Giunta Regionale  si impegnino  con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, la Fondazione FS ed RFI per la riattivazione a scopo turistico della linea ferroviaria Fano-Urbino. Una opportunità irripetibile attuata con pochi fondi di provenienza statale e/o regionale.

Gli amministratori che hanno a cuore il proprio territorio ed i suoi cittadini e che desiderano dare ad esso un decisivo impulso turistico di rilevanza nazionale ed internazionale, possiedono ora i mezzi giusti e l’opportunità di trasformare il sogno in realtà. Non c’è più tempo per altre scuse e per le solite belanti giustificazioni. Volere è potere!

Un tunnel lungo come la Fano Urbino

Il giorno 4 giugno 2016 L‘ Associazione FVM ha partecipato alla festa organizzata per l’inaugurazione della nuova  “Galleria di base del Gottardo”, il tunnel più lungo del mondo con i suoi 57 chilometri di percorso nella profondità delle Alpi.

Le foto: https://picasaweb.google.com/117659964362604821377/629424012916585921

L’avvenimento è stato un’autentica festa di popolo con la presenza di oltre 100mila persone durante i due giorni di festeggiamenti.

Tutto il territorio della Val Biaschina e della Reusstal, interessato dall’ avvenimento, ha assistito ad una vasta offerta di proposte tecnico/culturali legate al treno nonché storico/culinari legate al territorio. Nelle stazioni di Erstfeld e Biasca (i terminali nord e sud del tunnel) si svolgevano esposizioni di locomotive e mezzi ferroviari abbraccianti l’intero arco di storia della linea del Gottardo, mentre mostre fotografiche e cartellonistiche illustravano il trascorso della linea storica, erano presenti simulatori per provare la guida dei treno superveloce, la mostra temporanea “Mobilità del futuro” a cura delle università svizzere, giochi ed intrattenimenti per le famiglie che si svolgevano anche in altre località vicine.

Molto successo hanno raccolto  spettacoli cinematografici e teatrali, concerti, degustazione di specialità locali e, naturalmente, il treno navetta che per i due giorni ha fatto la spola attraverso la nuova galleria fra le due stazioni con grande frequentazione di visitatori giunti da tutta l’Europa.

Abbiamo potuto assistere ed essere testimoni dell’orgoglio della gente per la realizzazione di questa monumentale opera, della volontà e delle capacità del popolo svizzero che, con l’avvallo di molte consultazioni popolari, ha consentito di porre le basi della nuova ferrovia Transalpina e del suo elemento più significativo: la nuova galleria  del Gottardo.

Ma quali vantaggi realizza la nuova ferrovia transalpina?

Innanzi tutto riduce le distanze tra Berna e Chiasso di 40 km, le pendenze non superano il 12 per mille rispetto il 26 per mille della storica linea di montagna del San Gottardo il tutto si traduce in vantaggi per i treni merci e passeggeri riducendo anche il fabbisogno di energia.

Il trasporto passeggeri  potrà competere ancor più  con il traffico stradale ed aereo.

Le velocità massime passeranno dagli attuali 80km/h a 250km/h con l’ulteriore vantaggio di un percorso più breve. Ne beneficeranno a breve termine oltre 20 milioni di abitanti che popolano il vasto bacino compreso fra il sud della Germania e il nord Italia; successivamente anche altri territori europei risentiranno delle opportunità offerte dalla nuova grande infrastruttura.

Giornalmente i treni merci potranno passare a 220 / 260 rispetto agli attuali 140 / 160 passando da una capacità di trasporto di 20 milioni di tonnellate l’anno a 50 milioni di tonnellate.

Come è stata finanziata l’opera costata 13,2 miliardi di franchi svizzeri?

Il 64% con proventi della tassa sul traffico stradale pesante (camion), il 13%proviene  dall’imposta sugli oli minerali petroliferi ed il 23% dall’imposta sul valore aggiunto.

Tante saranno le  ricadute positive per il nostro Paese: il tunnel del Gottardo rappresenta infatti un’opportunità straordinaria per incrementare la conversione modale dalla strada alla rotaia del traffico pesante che, attraversando la Svizzera, interconnette l’Italia con alcune delle regioni europee economicamente più importanti.

Il San Gottardo è l’opera più importante del Corridoio Reno-Alpi (Rotterdam – Genova) ed attraversa un’area economica forte che rappresenta il 16% del PIL dell’ Unione Europea. Il tunnel farà dei porti di Genova e Vado Ligure i protagonisti del traffico merci  tra l’area Nord europea e le nascenti economie di Asia, Africa, India e Cina che si incardina sui trasporti attraverso il Mediterraneo.

La Svizzera non si ferma quindi alle parole ed ai buoni propositi; essa trova, con il benestare di una popolazione informata e consapevole, il coraggio di sfidare il trasporto su gomma tassandolo ed indirizzando le risorse raccolte in un’opera (non l’unica) che è strumento di riconversione modale e vera opportunità di offrire competitività economica al trasporto merci su ferro.

Da italiani c’è da essere increduli (ma felici) dell’affetto che gli svizzeri dimostrano per le loro ferrovie. L’insegnamento che se ne può trarre è che, tramite la diffusione di una cultura del trasporto pubblico e del rispetto dell’ambiente, si può instaurare a tutti i livelli la consapevolezza delle scelte più opportune per il futuro dei trasporti in un territorio e nell’intera Europa.

Come far scomparire una ferrovia

L’ultimo orario ufficiale FS in cui compare la ferrovia Fano Urbino è quello del 1 Giugno – 27 settembre 1986.  Come già noto,  l’ultimo treno che percorse la ferrovia Fano Urbino fu il 31 gennaio 1987. Perché, dunque,  nell’ orario ufficiale successivo 28 settembre – 30 maggio 87 la ferrovia Fano Urbino mancava all’ appello?

Le spiegazioni possono essere due: la data di cessazione del servizio  previsto per il 28 settembre era stato rinviato e  la tipografia FS non aveva tenuto conto degli aggiornamenti oppure la sapeva lunga sul destino della ferrovia metaurense.

Infatti, vennero  vanificati gli impegni presi da Regione, Provincia e Comuni per un’ azione mirante a scongiurare il pericolo della soppressione attraverso l’assunzione di un mutuo di 9 miliardi di lire,  contratto dall’amministrazione provinciale con gli interessi a carico della Regione e dei Comuni,  e uno stanziamento di 8 miliardi messo a bilancio dalla Regione destinati all’eliminazione dei passaggi a livello e al potenziamento della linea.

Otto corse di pullman giornaliere della ditta Bucci,  poi sostituirono le corse del treno da Urbino a Fano, ma impiegavano 10 minuti in più e stranamente non raggiungevano la stazione di Fano ma la stazione delle autocorriere del Pincio, costringendo coloro che dovevano prendere la coincidenza per Ancona/Bologna a farsi un tragitto a piedi di un quarto d’ora se non trovavano nel frattempo un mezzo pubblico disponibile. Oltre ai disagi reali andavano ad aggiungersi anche i costi maggiorati per l’abbonamento in corriera settimanale (es. Urbino-Fano 13.700 lire a fronte di 4.600 lire che richiedeva la ferrovia).

Va detto che il PCI d’allora si oppose tantissimo alla sospensione del servizio vedendo una pericolosa deriva privatistica del trasporto pubblico. Anche per questo la società pubblica Trasporti Montefeltro Spa insieme a Amaf di Fano rivendicavano il diritto di raccogliere l’eredità delle funzioni del treno. Non dimentichiamo che la Regione spendeva 2500 lire per ogni chilometro di strada percorso da mezzi, di società private e non,  che svolgevano servizio pubblico.

In consiglio comunale d’Urbino, il sindaco Londei fece sapere che il ministro Signorile      ( IX Legislatura – Governo Craxi II )  ancora in carica aveva inviato un telegramma con il quale faceva sapere che fu il direttore delle ferrovie Ligato ad opporsi alla riapertura della Fano Urbino, ma poco dopo, per bocca del senatore Venturi, il direttore delle ferrovie Ligato faceva sapere che se qualcuno aveva voluto chiudere i 50 chilometri della Fano Urbino fu il ministro Signorile. Dal gioco, ovviamente, s’era sottratta la giunta della regione Marche dichiarando di aver fatto tutto quello che richiedeva il ministero per il mantenimento del treno. Insomma un bel scarica barile.

Alcune considerazioni: a distanza di quasi 30 anni,  confrontando i tempi di percorrenza dell’orario ufficiale FS con l’attuale pullman di servizio extraurbano n. 25  è possibile affermare che, tutt’ oggi, i tempi di percorrenza dei treni erano inferiori (addirittura i pullman non vanno a Fermignano ma transitano per Bivio Borzaga). Considerando come destinazione finale Pesaro il distacco diventa enorme perché il treno da Fano proseguiva e raggiungeva  Pesaro in 10 minuti, invece ora bisogna prendere un altro pullman con tempi prossimi alla mezz’ora.

http://www.adriabus.eu/media/userfiles/files/25%20rev_%2031%2003%202016.pdf

Nella vicina Romagna la ferrovia rappresenta, da sempre,  uno straordinario volano turistico.  Riccione,  perla turistica dell’adriatico,  è diventata tale per l’intuizione di un suo sacerdote del secolo scorso: Don Carlo Tonini. Nel 1861 fu inaugurata la linea Ancona-Bologna ed il prete convinto che solo attraverso i collegamenti ferroviari sarebbe stato possibile cercare nuove attività per i suoi paesani si prefigge l’obiettivo di ottenere la fermata dei treni a Riccione,  ci riuscirà nel 1862. Annoverato, a ragione, tra i principali artefici dell’avvio del movimento turistico della borgata di Riccione, allora frazione di Rimini,  nel 2012 in occasione del 150° anno della prima fermata, il Rotary Club di Riccione e Cattolica gli ha dedicato una targa esposta nella sala d’attesa della stazione di Riccione.

In attesa che lo spirito di  Don Carlo Tonini agisca sugli attuali e futuri amministratori dei comuni metaurensi,  ci si dovrebbe chiedere  quanti turisti non hanno scelto, non scelgono e non sceglieranno di visitare e soggiornare nella Valle del Metauro perché non è raggiungibile in treno. Un territorio ricco di storia, di cultura, di arte, di paesaggi a metà strada tra la costa  adriatica e Urbino purtroppo si limita ad un turismo di passaggio lasciandosi sfuggire un’ importante nicchia di mercato che predilige per i propri spostamenti i mezzi su rotaia.

Paesaggio e turismo

Il 7,8,9 aprile i grandi padiglioni ottocenteschi del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, hanno ospitato gli Stati Generali del Turismo: “ Visioni e strategie di sostenibilità per il nuovo Piano Nazionale del Turismo”

Il grande evento è stato promosso dal MiBACT e accolto per la seconda volta nel sito gestito dalla Fondazione FS. In tre giorni di incontri oltre 1500 partecipanti. Confermato il ruolo di Pietrarsa come nuovo polo culturale e congressuale del Paese ed il treno come vettore per il turismo futuro.

Esponenti delle Istituzioni, esperti e professionisti del settore si sono riunite per la più grande consultazione pubblica sul turismo. Oltre 1500  invitati durante i tre giorni di dibattiti. Presenti anche diversi rappresentanti delle Istituzioni nazionali e locali. Ad aprire i lavori è stato il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini. Nella giornata conclusiva è intervenuto anche il Premier, Matteo Renzi, con un discorso sul ruolo del turismo per lo sviluppo sociale e economico del Paese.

A bordo delle carrozze d’epoca “Centoporte” trainate dalla locomotiva elettrica d’epoca E.626, che hanno effettuato il collegamento tra le stazioni di Pietrarsa e di Napoli Centrale, hanno viaggiato in tre giorni 1200 delegati.

Durante la III Sessione si è parlato di paesaggio per la costruzione di un’ offerta turistica sostenibile e competitiva del nostro Paese.

Il paesaggio è l’immagine del Paese la sua anima. Immaginiamo per un momento come poteva essere il paesaggio ai tempi del Gran Tour e le impressioni di un viaggiatore del settecento. Goethe durante il suo viaggio in Italia ammirava i monumenti immersi nella bellezza della natura. Diceva a Roma davanti ai monumenti dell’ Acqua Cetosa “ c’è proprio da diventar matti quando specialmente  da lontano si vede la chiarezza, la varietà la luminosa trasparenza e le diverse tonalità del paesaggio”.

Nella V Sessione si è discusso di innovazione, ed di viaggi sui treni storici che attraversano il paesaggio.

Pensiamo adesso ad un turista che oggi muove i suoi passi nel nuovo contesto con un patrimonio del tutto rinnovato, se si riproponesse il Gran Tour del 3° millennio Urbino sarebbe sicuramente una meta e per ammirare i paesaggi si raggiungerebbe con il treno.

Ma la città di Raffaello e dei “ balconi” di Piero non è stata accorta a salvaguardare i paesaggi, coloro che domenica 3 aprile hanno partecipato alla 9^ Giornata Nazionale delle Ferrovie Non Dimenticate

https://picasaweb.google.com/117659964362604821377/XIGiornataNazionaleFerrovieNonDimenticate

si sono trovate di fronte un’ ennesima nuova brutta sorpresa: un recente ampliamento di una nota azienda urbinate con un mastodontico edificio di quindici metri dall’ altezza a ridosso dei respingenti ferroviari della stazione.

Sarà il nuovo biglietto da visita di Urbino per i viaggiatori del 3° millennio, speriamo che fra questi non ci sia un nuovo Goethe perché potrebbe scrivere “c’è proprio da diventar matti !” senza aggiungere altro.

IX^ Giornata Nazionale Ferrovie Non Dimenticate: “Il territorio abbandonato”

Nella IX edizione della Giornata Nazionale delle Ferrovie Non Dimenticate, patrocinata anche dalla Regione Marche, che si svolgerà il 3 aprile alla stazione di Urbino, si vuole dare rilievo alle conseguenze dovute  all’ assenza del collegamento ferroviario delle aree interne metaurensi e montefeltresche con la costa adriatica.

In particolar modo si pone  l’accento sulla mancanza di una valida alternativa al trasporto privato su gomma  con la negazione di un sistema di Trasporto Pubblico Locale integrato plurimodale.

Tale carenza si ripercuote con  negativi effetti sullo sviluppo di un comprensorio dalle notevoli potenzialità  economiche nel comparto turismo, artigianato, piccola imprenditoria manifatturiera ed agricola, senza trascurare la presenza di eccellenze formative culturali ed artistiche costituite in primis dall’Università e dalla città stessa di Urbino, patrimonio Unesco.

La politica che ha favorito solo le aree costiere, dove si concentra la maggior parte della popolazione, ha svilito i  territori interni aggravando la vita alla popolazione residente anche in settori fondamentali come sanità e istruzione;  ma la speranza affinché si affermi la controtendenza a tale situazione non muore.

Esistono segnali , anche a livello di governo nazionale, che inducono ad un moderato ottimismo : tale è lo spirito su cui si fonda la Giornata di quest’anno  con un chiaro segnale di speranza per la gente del nostro territorio.

Al mattino presso la Stazione di Urbino si svolgerà una conferenza sui questi temi , nel primo pomeriggio, dopo un veloce spuntino con il ” Cestino del Viaggiatore”,   inizierà l’escursione a piedi dalla Stazione fino al “Casello della Signora Antonia”  (6 km a/r),  ubicato   a cavallo di due  magnifici viadotti  costruiti in mattoni. Durante la passeggiata si prevedono intermezzi d’ arte con piccole mostre degli artisti Stefano Furlani, Galliano Uguccioni, Sabrina Gennari e del fotografo Mattia Barbotti.

Successivamente si visiterà il CEA di Legambiente Urbino ubicato in panoramica posizione  di fronte al complesso urbano, unico ed incomparabile, della Capitale Montefeltresca.

L’attività dell’Associazione FVM nel mese di marzo ha  segnato altri due importanti momenti:
una  conferenza, frequentata da numeroso pubblico, sull’importanza dei treni nella Valle del Metauro tenuta nel tradizionale Treno Verde di Legambiente stazionante  a Pesaro  e la partecipazione al convegno “Ferrovie e natura, greenways e slow train un nuovo modo di fare turismo” all’Istituto Tecnico per il Turismo Marco Polo di Rimini, in cui l’esposizione delle possibilità turistiche della ferrovia Fano Urbino, ha suscitato notevole entusiasmo tra i giovani presenti.

Contro lo smog tuteliamo il trasporto pubblico?

Da molto tempo la situazione dell’inquinamento atmosferico diventa sempre più preoccupante e  la maggioranza delle città italiane ha superato troppe volte il limite massimo delle Pm10 consentiti dalla legge . L’assenza di piogge  in questo periodo dell’anno favorisce l’accumulo delle sostanze inquinanti con deleteri effetti sulla salute di noi tutti.

Le associazioni ambientaliste alzano la voce ed  ogni comune cerca di porre rimedi di diverso tipo. Anche il Ministero dell’Ambiente sta predisponendo  immediate misure per fronteggiare l’emergenza smog. Dai primi risultati si direbbe fatica sprecata visto il costante aumento dei valori registrati.

Tutti quanti concordano  su un  fatto: va potenziato e migliorato il trasporto pubblico.

Anche il presidente di Adriabus, Sen. Giorgio Londei, si è espresso pubblicamente in questo senso: “ investire nel trasporto pubblico è investire nella salute delle persone….  bisogna fare in modo che dimagriscano le grandi città e che si ritorni a ripopolare la montagna e la collina . Per fare ciò il trasporto pubblico locale è fondamentale”.

Noi dell’associazione FVM,  che da decenni sosteniamo come il non riattivare la linea Fano Urbino   costituisca un  errore fondamentale quanto irrimediabile per il futuro delle nostre zone e non solo alla luce di quanto affermato dalle argomentazioni  del senatore Londei, non possiamo che essere soddisfatti nel leggere tali dichiarazioni.

Però tale vicenda assume sempre più i connotati delle previsioni di Cassandre inascoltate .

Dispiace ricordare che il senatore Londei , quando era sindaco d’Urbino nel 1987, non riuscì a convincere il Ministro dei Trasporti Signorile a mantenere il servizio ferroviario per la città di Urbino, come fecero Ascoli e Macerata, pur disponendo la Regione Marche delle risorse economiche per sanare la situazione.

Oggi si sarebbe potuto, invece,  beneficiare di tecnologie modernissime come i nuovi ecologici convogli elettrici  tipo “ Jazz” (utilizzati con notevole successo sulla linea Ascoli – Porto d’Ascoli-Ancona)  oppure degli   “Swing” ( entrati in servizio  in questi giorni sulla Civitanova-Macerata-Fabriano, che hanno sostituito le gloriose ma attempate Aln 668 /Littorine).

Con la ferrovia funzionante si sarebbe potuto, tra le tante possibilità d’uso, ottimizzare  l’efficienza del trasporto pubblico locale, progettare seriamente il decollo del turismo mediante una linea ferroviaria di grande  valore storico e paesaggistico  come affermato dal Ministro Franceschini,  realizzare il bike sharing nelle stazioni  con un sistema logico ed intelligente di piste ciclabili asservite.

Invece  siamo “fermi ”  a discutere sterilmente sul valore intrinseco dell’ importanza di  piste ciclabili o del trasporto ferroviario come se non ci fosse la possibilità di realizzarli entrambi; siamo “ fermi” a tollerare abusi sulla sede ferroviaria; siamo “fermi” ad assistere impotenti ai continui incidenti stradali nei quali  i giovani  sono le vittime più frequenti; siamo “fermi” a guardare il cielo sperando nella pioggia per abbassare il livello delle polveri sottili; siamo “fermi” attendendo un tavolo tecnico oppure  un  confronto di soluzioni tra gli amministratori dei territori e  gli esperti del ramo.

Mentre noi stiamo “ fermi”  gli altri territori al Sud delle Marche vanno avanti anzi procedono velocemente nel miglioramento  dei servizi di trasporto; la sensazione che ne deriva  è quella di vivere in un territorio in via di disfacimento tra l’indifferenza della politica e l’abbandono dei ruoli delle istituzioni.

La felicità di un territorio dipende anche dalla percezione che si ha di progredire .

Ci scusiamo per il disagio

“Ci scusiamo per il disagio. Treni, pendolari e odissee tutte italiane”, edito da Round Robin Editrice, è un libro scritto dai giornalisti Gerardo Adinolfi (Repubblica Firenze) e Stefano Taglione (Il Tirreno) ed è il racconto di un viaggio in Italia a bordo dei treni pendolari, da sud a nord, da Ragusa a Torino, passando da Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Lombardia.

Il  libro, forte di oltre 150 pagine di scorrevole lettura,  è presente  dal 27 novembre nelle librerie di tutta Italia.

Gerardo Adinolfi , per quanto riguarda le Marche,  ha scelto di raccontare la, ormai nota, vicenda della ferrovia Fano – Urbino. L’Autore si chiede  per quale misterioso motivo  Urbino, Città Patrimonio dell’Umanità di 15mila abitanti a cui  bisogna aggiungere oltre 13mila studenti dell’Università ed un esercito di turisti da tutto il mondo, sia raggiungibile  soltanto con la troppo usata automobile o con i pochi efficienti autobus.

Rileva l’ insofferenza del sindaco d’Urbino Maurizio Gambini che amministra una città importante ma isolata e, per risolvere il problema, vuole puntare sulla ferrovia.

Sono innumerevoli i “disagi”  cui devono sottostare  gli studenti, mentre i visitatori della città natale di Raffaello, circa 500mila all’anno,  potrebbero sicuramente  aumentare  almeno  del 15% se avessero la possibilità di utilizzare il mezzo ferroviario in pieno rispetto del fragile territorio urbano e del paesaggio montefeltresco.

L’Autore racconta una cronostoria molto dettagliata della ferrovia Fano Urbino, dall’1987 quando, nonostante le proteste, il servizio ferroviario fu sospeso fino alla dismissione del 2012 voluta dall’attuale sindaco di Pesaro Matteo Ricci; riferisce della mozione approvata nel febbraio 2015 dai Verdi in consiglio Regionale che  chiedeva l’annullamento del provvedimento ministeriale e  della volontà dell’ex assessore del comune di Pesaro ed ora consigliere regionale Andrea Biancani di trasformarla in pista ciclabile.

Adinolfi  sottolinea il costante impegno dell’associazione FVM che, grazie a numerosi studi, manifestazioni, incontri e  dibattiti, ha mantenuta  viva la memoria storica della ferrovia   al punto da produrre e consegnare “ gratuitamente “ al sindaco di Urbino il  progetto preliminare di ripristino elaborato in collaborazione con due Società di ingegneria, di importanza nazionale, specializzate in lavori ferroviari .

Piaccia o non piaccia la ferrovia Fano Urbino, nonostante i quasi 30 anni senza treni, non si può definire “un caro estinto” nè associarla alle entità ectoplasmatiche  del genere “fantasmi”.

Anzi è tanto visibile  e così importante per il nostro territorio che è riuscita, negli anni, ad  attirare l’attenzione di qualificati scrittori e giornalisti  fino a diventare un  capitolo-denuncia di una pubblicazione che illustra ed esamina, con passione e con precise argomentazioni, le molteplici difficoltà  di viaggiatori e pendolari in  Italia.

16^ Festa della stazione

Domenica 15 novembre torna la tradizionale “Festa della Stazione” a Fermignano.  La manifestazione, nata nel 2000 per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ripristino della Ferrovia Fano-Urbino, è giunta alla 16a edizione.

La mattina, con inizio alle ore 10:00 nella Sala Comunale Monteverdi  (di fronte alla stazione ), saranno presentati 2 libri:  “ The branch line to Urbino” del Dr. Alan Doe e “I ferronauti della cosmovia” di Daniele Castiglia. Purtroppo gli autori non potranno essere presenti, ma, con il loro consenso, verranno descritti i loro libri per la grande attinenza con i temi della manifestazione.

“ The branch line to Urbino” è stato pubblicato nell’ isola di Wight dal Dr. Doe nel 2014. Lo scrittore, appassionato  di ferrovie  in visita ad Urbino, ha scoperto la  linea  metaurense ,  è rimasto colpito dalla sua bellezza e si è documentato su di essa. Tornato in Inghilterra si è proposto di pubblicare un libretto sulle vicende della Metaurense e sull’operato di FVM in collaborazione con un suo gruppo di lavoro. Questa la genesi dell’opera che risulta ben documentata e redatta con puntigliosa precisione.

Ricordiamo che nell’ isola di Wight, grazie all’ impegno di numerosi volontari si è riaperto al traffico una parte  del percorso ferroviario grazie alla formazione della  “Isle of Wight Steam Railway” dopo più di trenta anni di abbandono dagli anni 50′.
Questo è uno dei numerosissimi esempi di recupero di vecchie ferrovie che rivelano come nel Regno Unito si possa esplicare  l’ amore per il proprio territorio e le tradizioni.
Inoltre  tale ferrovia turistica , come tutte le altre  diffusissime nell’ambito britannico, costituisce un irresistibile richiamo per gli appassionati di tutto il mondo e rappresenta un vero affare per le attività locali.

“ I ferronauti della cosmovia. Treni, Sardegna e altre fughe ” pubblicato nel 2015 è il diario di quattro giorni sulle linee del Trenino Verde della Sardegna.  Una “piccola fuga” nel cuore dell’isola, capace di dischiudere una diversa prospettiva sul mondo. Lo scrittore Daniele Castiglia, incontra alcuni soci di FVM che condivideranno con lui il viaggio ferroviario diventando co-protagonisti.

Seguirà un incontro/ confronto con personalità politiche. Sono stati invitati a relazionare i consiglieri Biancani e Fabbri firmatari delle mozioni 17 e 18 sulla ferrovia Fano Urbino . Parteciperanno anche i Sindaci di Fermignano ed Urbino.

Nel pomeriggio “ Castagne e Vin brulè ” alla Stazione.

Per ulteriori informazioni  telefonare al 3278340801.

Mail da inviare a tutti i consiglieri regionali

 

Gentilissimo Consigliere,

ci rivolgiamo a Lei in occasione della discussione in aula delle mozioni n. 17 e 18 sulla Ferrovia Fano Urbino, presentate dai Consiglieri PD di Pesaro e Urbino (Biancani, Minardi, Talè, Traversini) e dal Consigliere 5Stelle di Urbino (Fabbri).

Come avrà potuto notare, vi sono due posizioni contrapposte: una che, secondo il più recente e politicamente corretto sentimento popolare verso le opere infrastrutturali, privilegia la ristrutturazione, ammodernamento e ripristino della linea con fini turistici e di trasporto; l’altra, in definitiva a favore del trasporto su gomma, che vorrebbe invece cancellare definitivamente la ferrovia trasformandola in pista ciclabile in grado di accogliere altri sottoservizi ( banda larga, gas, un nuovo acquedotto).

Il paventato  rischio di smembramento della linea ferroviaria esposto dai consiglieri PD non sembra credibile perché FS non ha mai fatto dichiarazioni pubbliche sulla volontà di vendere a privati ed anzi se non fosse stato per la richiesta di dismissione da parte dell’ex presidente della provincia Matteo Ricci la linea sarebbe ancora lì tutelata al 100% e GRATIS!!

Un dubbio si affaccia nella mente di un comune cittadino informato sul caso:per quale motivo il massimo esponente del PD pesarese,  attuale sindaco di Pesaro, fin dal 2010 si è adoperato con ostinazione per decretarne la morte tramite  la dismissione?

Non si rendeva conto, il nostro, delle conseguenze negative  inflitte al territorio marchigiano da una simile, sciagurata decisione? La provincia di Pesaro ed Urbino nel 2013 ( sempre gestione Ricci) ha chiesto ed ottenuto in comodato d’uso gratuito il tratto Canavaccio-Urbino; pertanto se si chiedesse l’estensione del comodato fino a Fano non servirebbe acquisire la tratta con inutile esborso di soldi pubblici ed il problema dell’eventuale vendita sarebbe risolto.

Degna della massima considerazione la recente dichiarazione del ministro dei Beni Culturali e del Turismo on. Dario Franceschini che nella sua recente visita al territorio si è espresso a favore del recupero della ferrovia. Anche il direttore della Fondazione FS ing. Luigi Cantamessa nell’agosto scorso, in un sopralluogo della linea, ha espresso il desiderio di inserire la ferrovia Fano-Urbino tra le ferrovie turistiche italiane ( la “Ferrovia del Lago”: da Palazzolo sull’Oglio a Paratico/Sarnico, la “Ferrovia della Val d’Orcia”: da Asciano a Monte Antico, la “Ferrovia del Parco“: da Sulmona a Castel di Sangro, la “Ferrovia dei Templi”: da Agrigento Bassa a Porto Empedocle).

Giova ricordare che il sedime è integro, le opere d’arte in ottimo stato, le stazioni centrali nei paesi serviti e la popolazione numerosa (bacino superiore alle 120000 unità, Pesaro esclusa). Non si ipotizza quindi il recupero di qualcosa di distrutto e difficilmente ricostruibile, ma di una linea i cui lavori di rinnovo sono molto simili a quelli di una manutenzione straordinaria su una linea in esercizio.

La popolazione dell’Alto Metauro si è sensibilizzata  a favore del ripristino tout court della ferrovia  al fine di interrompere l’ormai insostenibile isolamento di Urbino e della valle. Non  si dimentichi che uno dei fattori che ha causato la eliminazione di Urbino quale capitale europea della  Cultura  2019 è stata proprio la mancanza di un collegamento ferroviario stabile con il sistema nazionale di trasporto su rotaia (Matera, che ha vinto, lo ha con Bari).

Bisogna anche tenere in considerazione che esiste  un progetto preliminare di ripristino (realizzato da Associazione FVM insieme ad   una società di ingegneria ferroviaria di primaria importanza Pegaso ingegneria/Sistema ingegneria), con conseguente  utilizzo  del tracciato esistente,  a difesa e preservazione  dell’ambiente vallivo. La cosa risulta molto interessante visto che fino ad ora, a parte lo studio economico del 2003 della SVIM, nessuno studio infrastrutturale ha analizzato il tema chiave delle condizioni tecniche della linea e quindi ogni decisione presa fino ad ora è stata attuata al buio e spesso sulla base di dati fantasiosi suggeriti oralmente da chi è sfavorevole al ripristino. Il costo preventivato nel progetto preliminare è di 87 M€; se  l’iniziale ripristino lo si facesse come ferrovia turistica il costo si ridurrebbe a qualche milione di euro.

Stride con il buon senso la volontà  di distruggere una infrastruttura ferroviaria a favore di una ben più banale pista ciclabile; il tutto nel quadro di una pressoché impossibile futura realizzazione di un collegamento tipo metro tranvia di superficie, perpetuando l’isolamento del Montefeltro.

Siamo certi che Lei in qualità di Amministratore della cosa pubblica è conscio delle difficoltà e degli enormi costi cui andrebbero incontro le generazioni future se necessiteranno della costruzione di una nuova linea in diversa sede e si troverà con noi d’accordo su tali motivazioni.

In tal modo non si distruggerà ciò che abbiamo e che non potrebbe mai più essere riproposto con gli intenti originari di collegamento dai tempi dell’Unità d’Italia se non a costi esorbitanti  e con impatto inaccettabile sul territorio.

 

sandro.bisonni@consiglio.marche.it, manuela.bora@regione.marche.it , gianluca.busilacchi@consiglio.marche.it, mirco.carloni@consiglio.marche.it, anna.casini@regione.marche.it, piero.celani@consiglio.marche.it, fabrizio.cesetti@consiglio.marche.it, luca.ceriscioli@consiglio.marche.it, piergiorgio.fabbri@consiglio.marche.it, francesco.giacinti@consiglio.marche.it, enzo.giancarli@consiglio.marche.it, peppino.giorgini@consiglio.marche.it, elena.leonardi@consiglio.marche.it, giovanni.maggi@consiglio.marche.it, marzia.malaigia@consiglio.marche.it, luca.marconi@consiglio.marche.it, jessica.marcozzi@consiglio.marche.it, antonio.mastrovincenzo@consiglio.marche.it,

francesco.micucci@consiglio.marche.it, renato.minardi@consiglio.marche.it, romina.pergolesi@consiglio.marche.it, moreno.pieroni@regione.marche.it, boris.rapa@consiglio.marche.it, angelo.sciapichetti@regione.marche.it, federico.tale@consiglio.marche.it, gino.traversini@consiglio.marche.it, fabio.urbinati@consiglio.marche.it, fabrizio.volpini@consiglio.marche.it, sandro.zaffiri@consiglio.marche.it, luigi.zura@consiglio.marche.it

Mala Tempora currunt !

Torna in Consiglio Regionale la ferrovia Fano Urbino: martedì prossimo verranno votate due mozioni contrapposte: la n°17 del PD a firma dei consiglieri Biancani, Minardi, Traversini, Talè  proponente l’ acquisito da parte della Regione per salvaguardare la ferrovia mediante la realizzazione di…. una pista ciclabile (!) e la n° 18 del consigliere Fabbri ( Movimento 5 Stelle) che ne chiede la riattivazione ferroviaria con iniziale uso turistico.

La votazione ha un esito scontato a meno che il PD non ritiri la sua mozione: i 5 stelle immediatamente farebbero altrettanto, ma sicuramente non ci sarà alcun ritiro, perchè ancora brucia la sonora sconfitta di appena 9 mesi fa nella quale il PD fu messo in minoranza con la mozione 760 dei Verdi con ne chiedeva la riattivazione.Si vuole evidentemente la rivincita!!

Il PD sembra seriamente preoccupato delle sorti della ferrovia Fano Urbino e paventa  la vendita ai privati con effetto “spezzatino” del sedime . Per questo chiede che la Regione acquisisca la tratta.

In realtà però il grande rischio di smembramento non sembra credibile perché FS non ha mai fatto dichiarazioni pubbliche sulla volontà di vendere a privati ed anzi se non fosse stato per la richiesta di dismissione da parte di Ricci la linea sarebbe ancora li tutelata al 100% e GRATIS!!

Un dubbio si affaccia nella mente di un comune cittadino informato sul caso:per quale motivo il massimo esponente del PD pesarese,  attuale sindaco di Pesaro, fin dal 2010 si è adoperato con ostinazione per decretarne la morte tramite  la dismissione?

Non si rendeva conto, il nostro, delle conseguenze negative  inflitte al territorio da una simile, sciagurata decisione? La provincia di Pesaro ed Urbino nel 2013 ( sempre gestione Ricci) ha chiesto ed ottenuto in comodato d’uso gratuito il tratto Canavaccio-Urbino; pertanto se si chiedesse l’estensione del comodato fino a Fano non servirebbe acquisire la tratta con inutile esborso di soldi pubblici ed il problema dell’eventuale vendita sarebbe risolto, però il PD questa strada non la vuole percorrere  in quanto intenzionato ad acquisirla a tutti i costi. Nella mozione 17 non specifica neanche acquisizione “a titolo gratuito” perché teme di avere dei vincoli.

Sorge, quindi, spontanea la domanda:  come si spiega un tale accanimento? Perché i pesaresi sono così determinati ad entrare in possesso di un bene che non rientra nel   loro territorio? La risposta è una sola ( lo capirebe anche un bambino):  solo attraverso la proprietà acquisita ed esclusiva  se ne può disporre a  libero piacimento: vendita a qualche multiservizi ? Vendita ai privati delle aree di stazione?

Così,dopo la dichiarazione a favore della ferrovia del Ministro dei Beni Culturali Ambientali e del Turismo On. Franceschini  durante la  recente visita al territorio, dopo il sopralluogo  del Direttore della Fondazione FS ing. Cantamessa sulla ferrovia in oggetto, dopo le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti  e del Presidente FS Michele Mario Elia al Meeting di Rimini  in cui hanno affermato che oltre all’Alta Velocità bisogna investire nei treni  regionali e nel turismo “lento”, si assiste all’incongruo atteggiamento del PD locale che, invece di chiedere subito un incontro con i Ministri competenti (  stesso schieramento politico) per far riaprire la ferrovia Fano Urbino almeno a livello turistico , cosa preferisce fare?

Getta la maschera e presenta una mozione per acquisire la tratta per  farne una ciclabile e soprattutto (come ben noto) un acquedotto. Quindi la Regione Marche, oltre ad eventuali  oneri d’acquisizione, dovrà provvedere anche  alla sua manutenzione e messa in sicurezza: la Regione Marche ha fondi da spendere per investimenti improduttivi?

Una  proposta molto più razionale e ed economicamente valida è questa: utilizzare gli stessi fondi per risistemare il tracciato ad uso di treni storico-turistici !

Fa molto riflettere il fatto che i politici eletti nella Valle del Metauro,   siano essi  consiglieri regionali, sindaci o consiglieri comunali,  invece di lottare per una vera ed efficace riqualificazione e sviluppo del loro territorio, assistino ed assecondino passivamente il volere di coloro che di questo territorio non  fanno parte.

L’impegno del Sindaco di Urbino Gambini sulla questione è ben noto e riconosciuto dalla popolazione; sconcerta, di contro, il silenzioso comportamento del Sindaco di Fano che , con una azione decisa ed illuminata, dovrebbe contrapporsi per arrestare la continua emorragia e perdita patrimoniale  di valori ed opportunità per risollevare la disastrosa situazione del turismo e dell’economia culturale della sua città.

La connessione ferroviaria di Fano con Urbino costituisce uno strumento primario  per il  rilancio turistico ed economico delle due città e dell’intero comprensorio della vallata.

Si assiste,invece, alla completa separazione degli interessi della politica da quelli dei cittadini.