Contro lo smog tuteliamo il trasporto pubblico?

Da molto tempo la situazione dell’inquinamento atmosferico diventa sempre più preoccupante e  la maggioranza delle città italiane ha superato troppe volte il limite massimo delle Pm10 consentiti dalla legge . L’assenza di piogge  in questo periodo dell’anno favorisce l’accumulo delle sostanze inquinanti con deleteri effetti sulla salute di noi tutti.

Le associazioni ambientaliste alzano la voce ed  ogni comune cerca di porre rimedi di diverso tipo. Anche il Ministero dell’Ambiente sta predisponendo  immediate misure per fronteggiare l’emergenza smog. Dai primi risultati si direbbe fatica sprecata visto il costante aumento dei valori registrati.

Tutti quanti concordano  su un  fatto: va potenziato e migliorato il trasporto pubblico.

Anche il presidente di Adriabus, Sen. Giorgio Londei, si è espresso pubblicamente in questo senso: “ investire nel trasporto pubblico è investire nella salute delle persone….  bisogna fare in modo che dimagriscano le grandi città e che si ritorni a ripopolare la montagna e la collina . Per fare ciò il trasporto pubblico locale è fondamentale”.

Noi dell’associazione FVM,  che da decenni sosteniamo come il non riattivare la linea Fano Urbino   costituisca un  errore fondamentale quanto irrimediabile per il futuro delle nostre zone e non solo alla luce di quanto affermato dalle argomentazioni  del senatore Londei, non possiamo che essere soddisfatti nel leggere tali dichiarazioni.

Però tale vicenda assume sempre più i connotati delle previsioni di Cassandre inascoltate .

Dispiace ricordare che il senatore Londei , quando era sindaco d’Urbino nel 1987, non riuscì a convincere il Ministro dei Trasporti Signorile a mantenere il servizio ferroviario per la città di Urbino, come fecero Ascoli e Macerata, pur disponendo la Regione Marche delle risorse economiche per sanare la situazione.

Oggi si sarebbe potuto, invece,  beneficiare di tecnologie modernissime come i nuovi ecologici convogli elettrici  tipo “ Jazz” (utilizzati con notevole successo sulla linea Ascoli – Porto d’Ascoli-Ancona)  oppure degli   “Swing” ( entrati in servizio  in questi giorni sulla Civitanova-Macerata-Fabriano, che hanno sostituito le gloriose ma attempate Aln 668 /Littorine).

Con la ferrovia funzionante si sarebbe potuto, tra le tante possibilità d’uso, ottimizzare  l’efficienza del trasporto pubblico locale, progettare seriamente il decollo del turismo mediante una linea ferroviaria di grande  valore storico e paesaggistico  come affermato dal Ministro Franceschini,  realizzare il bike sharing nelle stazioni  con un sistema logico ed intelligente di piste ciclabili asservite.

Invece  siamo “fermi ”  a discutere sterilmente sul valore intrinseco dell’ importanza di  piste ciclabili o del trasporto ferroviario come se non ci fosse la possibilità di realizzarli entrambi; siamo “ fermi” a tollerare abusi sulla sede ferroviaria; siamo “fermi” ad assistere impotenti ai continui incidenti stradali nei quali  i giovani  sono le vittime più frequenti; siamo “fermi” a guardare il cielo sperando nella pioggia per abbassare il livello delle polveri sottili; siamo “fermi” attendendo un tavolo tecnico oppure  un  confronto di soluzioni tra gli amministratori dei territori e  gli esperti del ramo.

Mentre noi stiamo “ fermi”  gli altri territori al Sud delle Marche vanno avanti anzi procedono velocemente nel miglioramento  dei servizi di trasporto; la sensazione che ne deriva  è quella di vivere in un territorio in via di disfacimento tra l’indifferenza della politica e l’abbandono dei ruoli delle istituzioni.

La felicità di un territorio dipende anche dalla percezione che si ha di progredire .