canavaccio 1985 (ponte alle piangole)

La ferrovia e il paesaggio

        canavaccio 1985 (ponte alle piangole)

Art. 9 costituzione italiana “..la repubblica tutela il paesaggio” fu il filosofo Benedetto Croce, agli inizi del 900, ad intuirne l’importanza storica e culturale e predisporre le prime leggi in sua tutela.

Per chi conosce da tempo la Valle del Metauro, viene spontaneo fare alcune considerazioni.

E’ fin troppo facile notare il cambiamento devastante che è stato operato in questi ultimi decenni: ovunque costruzioni civili ed industriali ed altre strutture che hanno depauperato, a nostro avviso, il paesaggio.

Fano Alta, la bretella di Urbino, l’ampliamento della Benelli Armi, i pannelli solari sulle colline metaurensi, sono alcuni  esempi che dimostrano le ambiguità e le contraddizioni delle politiche ambientali e paesaggistiche sul nostro territorio.

Ovviamente il paesaggio anche  per noi dell’associazione FVM è una cosa sacra; non a caso fra le nostre attività ci sono gite su linee secondarie per ammirarlo e goderne da esso. “ Il paesaggio che si può vedere dal finestrino di un treno è come il palcoscenico di un teatro che si sposta con il viaggiatore/spettatore” dice Beppe Severgnini  in un suo video sui treni. http://youtu.be/Pkv92vNUtSg

 “La ferrovia segna l’ultima alleanza tra funzionalità ed estetica” scrive Paolo Rumiz nel libro “L’ ITALIA IN SECONDA CLASSE” infatti anche la Ferrovia Fano Urbino è il simbolo della ricerca dell’armonia con l’ambiente. Non infligge ferite al paesaggio e non lo aggredisce con opere ciclopiche. Piuttosto quando deve superare il fiume Metauro o le gole di Urbino prende a prestito le pietre dei monti per farne ponti e viadotti. Avvicina due mondi quello costiero a quello dell’interno; unisce la città di Fano, l’antica  Fanum Fortunae, alla bella  città di Urbino, patrimonio dell’UNESCO, con un percorso che tocca altre città ricche d’arte e cultura.

La ferrovia Fano Urbino è stata l’unico baluardo contro la speculazione edilizia nella Valle del Metauro in virtù del DPR 753/80 che impediva ai comuni di progettare i propri piani regolatori nelle zone adiacenti il tracciato, lo sosteniamo da sempre.

Cancellare  la ferrovia Fano Urbino significa non avere considerazione per il paesaggio e le sue potenzialità arrecando così un danno turistico incalcolabile per Fano, Urbino e tutti i paesi della Valle del Metauro.