V^ Giornata Nazionale Ferrovie Dimenticate

Tanta gente alla stazione di Urbino domenica mattina, 1° Aprile, per la 5^ edizione della Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate.
Stazione affollata per partecipare al programma proposto da FAI, Legambiente e FVM e visitare gli stand-mostra delle attività delle tre Associazioni .
Il momento principale della mattinata, dopo il ricordo di alcuni episodi accaduti quando il treno percorreva la valle del Metauro, si è avuto con l’ esposizione di un possibile modello di esercizio della linea metaurense specificando la struttura ed i tempi dell’orario instaurabile sull’attuale percorso di tre giovani ingegneri dell’AISIF (associazione studenti ingegneria ferroviaria).
Per quanto concerne l’orario sono emersi dati riguardanti due distinte tipologie di treni:
– DIRETTI fino ad Urbino con poche fermate (es. Fano Calcinelli 14 min. ; Fano Fossombrone 27 min ; Fano Fermignano 49 min e Fano Urbino 62min)
– LOCALI limitati a Fossombrone e facenti fermata in tutte le località (es. Lucrezia Fano 19 min ; Montefelcino Fossombrone 6 min) , nonché in nuovi punti di sosta.
Senza alcuna difficoltà è possibile prolungare il servizio su Rimini, Ancona o altre località della rete ferroviaria nazionale
Lo studio ha anche individuato i pregi e difetti della sovrastruttura: è emerso che la causa delle prestazioni non eccezionali degli anni di apertura risiedesse principalmente nell’armamento (cioè nei binari), nel gran numero di passaggi a livello e in alcune curve troppo strette. E’ stato cura dei tre soci AISIF ridurre a soli 40 (di cui 7 su strade sterrate molto secondarie) il numero di attraversamenti stradali con nuove barriere che restano chiuse solo 115 secondi, individuare l’armamento più consono al servizio indicato e trovare il modo di allargare di qualche metro 4 curve senza però coinvolgere alcuna abitazione. Il risultato è stato un incremento della velocità che in certi punti ha superato il 100%. Sono anche stati individuati punti precisi del tracciato in cui, a causa del gran numero di intersezioni viarie, la realizzazione di rilevati che portino in quota il binario è la soluzione più logica per risolvere il problema ( es nella zona di Fano con l’eliminazione di tutti i passaggi a livello).
Per finire è stato accertato che ponti e gallerie versano in condizioni quasi ottimali ed, anche laddove presentino alcuni difetti, non sarebbe affatto difficile un loro recupero.
Alla presentazione è seguito un acceso dibattito con l’intervento di molti relatori che hanno stigmatizzato con diverse e valide motivazioni le recenti azioni della Provincia e della Regione che , in aperta contraddizione con quanto assunto in precedenti determinazioni e con accordi con il Governo nazionale, hanno voluto l’eliminazione di questa struttura di trasporto collettivo senza addurre la benché minima valutazione tecnica e progettuale né tantomeno richiedere, come stabilito dalle regole democratiche, la collaborazione ed il parere di Associazioni interessate ed aventi diritto a fornire il proprio giudizio sulla vicenda.
Tale atteggiamento è stato vivacemente contestato da rappresentanti di formazioni politiche, sindacalistiche , ambientalistiche e culturali.
Tutti hanno convenuto che la perdita di tale sistema di trasporto compromette le future e concrete possibilità di sviluppo del territorio e delle attività turistiche ed imprenditoriali con conseguente mancanza di creazione di nuovi posti di lavoro.
Un grido di allarme è stato lanciato soprattutto per Urbino, città sempre più isolata che vede a rischio l’esistenza delle sue eccellenze , in particolar modo l’Università.
Nel pomeriggio si è svolto un trekking-urbano nel centro della città del Duca Federico e visita ad alcuni tesori d’arte, gli Oratori di S.Giovanni e S.Giuseppe, con l’assistenza di esperti del locale Circolo di Legambiente ed una breve escursione al viadotto ferroviario prospiciente il versante sud di Urbino.
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