Salveranno la ferrovia?

Scriviamo una lettera ai Consiglieri Regionali


Gent.mo consigliere,
il suo mandato elettorale Le impone di esprimersi sulla ferrovia Fano-Urbino.

Purtroppo proprio in questi ultimi anni, anche con il parere favorevole alla dismissione della giunta regionale (delibera 1372 del 17.10.2011),   sono state fatte scelte  poco lungimiranti che hanno rischiato di perderla per sempre.

Il 31 gennaio 1987 l’ultimo treno raggiunse Urbino.  Manca quindi poco più di un mese  al trentesimo anno di isolamento ferroviario dei paesi della Valle del Metauro e del capoluogo del Montefeltro , patrimonio Unesco.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: carenza di mobilità alternativa all’automobile (assente nei giorni festivi),  congestione del traffico stradale nelle città costiere (Fano e Pesaro) con continui sforamenti delle PM10, inarrestabile spopolamento delle aree interne, difficoltà di sviluppo imprenditoriale turistico in importanti zone di rilievo storico, artistico, architettonico, paesaggistico. Urbino ha perso 8.000 residenti ( da 23.000 a 15.000) negli ultimi venti anni.
Contrariamente alla provincia di Pesaro e Urbino, in questi ultimi decenni si è consolidato in tutta Italia non solo  uno sviluppo delle ferrovie ad alta densità di traffico e ferrovie locali, ma anche un recupero delle ferrovie storiche che, cessato momentaneamente il traffico viaggiatori,  sono diventate  dei veri motori turistici grazie alla costituzione  nel 2014 della Fondazione FS che sta sviluppando il comparto dei treni storici con notevole successo di pubblico.

Anche la Regione Marche si è molto impegnata per lo sviluppo delle ferrovie locali elettrificando la ferrovia Ascoli-Porto d’Ascoli (10milioni di euro) con l’acquisto di nuovi treni regionali (4  Jazz e 8 Swing 60 milioni di euro)  e riuscendo ad ottenere anche il finanziamento di 39 milioni di euro per l’elettrificazione della Civitanova- Macerata –Albacina    (Cipe  Piano Operativo FSC 2014-2020)

Un emendamento passato in Commissione Bilancio della Camera il 23 novembre u.s. ha autorizzato la spesa di 210 milioni di euro per il completamento dei 29 chilometri della linea Ferrandina-Matera.
In tal modo  Urbino rimarrà in Italia l’unico capoluogo di provincia non raggiungibile in treno !
Non è certamente è un risultato di cui andare fieri !
Per quale incomprensibile ragione per  la ferrovia Fano-Urbino non sono mai stati richiesti i finanziamenti dovuti?

E’ ben noto che esiste un progetto preliminare , redatto da Associazione FVM assieme con Pegaso Ingegneria (Milano) e  Sistema Ingegneria (Firenze) sulla messa in esercizio della ferrovia Metaurense . Tale progetto ,a disposizione gratuita per le istituzioni,  dimostra che il recupero per uso trasportistico è possibile  ad un costo abbastanza contenuto: 87 milioni di euro per 50 chilometri di ferrovia!

Oggi  ci si chiede  per quale altro misterioso motivo proprio in questi giorni la ferrovia Metaurense  è scomparsa dall’elenco delle ferrovie turistiche, espresso nella  Proposta di  Legge Iacono e altri n.1178 (emendamento art. 10bis del 7 dicembre  2016), quando la stessa ferrovia Metaurense era stata additata come una delle più importanti e significative nel novero nazionale.

Il suo nuovo inserimento nell’elenco delle ferrovie turistiche dipenderà ora dalla volontà regionale.  Salvare e recuperare la ferrovia Fano-Urbino con costi a carico del gestore dell’infrastruttura è un’ opportunità irrinunciabile!
Per il ruolo che riveste Le chiediamo di non favorire decisioni affrettate senza aver individuato quali conseguenze determineranno nel futuro del nostro territorio.

Compito della politica è creare occasioni di sviluppo e di miglioramento delle le condizioni di vita delle persone.
Il mancato recupero della ferrovia Fano Urbino come polo turistico  nel territorio delle Marche  Nord sarebbe un passo falso  inconcepibile e controproducente nei confronti delle aspettative di sviluppo economico e sociale dei nostri concittadini .

AssociazioneFVM Ferrovia Valle Metauro

 

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