Considerazione su quanto si dice a sproposito sulla ferrovia
Come presidente dell’Associazione FVM-Ferrovia Valle Metauro, portatrice di interessi
di valore pubblico ed attiva sul fronte della Protezione Civile, sono obbligato a fare
alcune considerazioni su quanto viene affermato da persone che, pur essendo a
digiuno di cultura e professionalità nel comparto ferroviario, avanzano giudizi e
determinazioni che coinvolgono l’esistenza ed il destino della ferrovia Fano-Urbino,
tutt’ora patrimonio dello Stato concesso a RFI-FS.
I Sigg. DelVecchio e Cecchi (UDC) sostengono che :
– l’Ass. Viventi ha disposto la dismissione della ferrovia su “sollecitazioni” del Ministero
dei Trasporti in merito ad un carteggio tra Presidenza e Giunta Provinciale ed il Ministero
stesso in cui si affermava la volontà di Ricci in tal senso.
In realtà non vi è stata alcuna “sollecitazione” da parte di Roma ma solo un’informativa
in merito
su quali basi (studi e verifiche) si determinava tale decisione ed, in un successivo
messaggio , il diniego ad avvallare la richiesta senza un provvedimento della Regione
Marche e di RFI ( 27 luglio 2010 Prot. 0001398).
– RFI ha rinunciato alla concessione di servizio sulla linea.
Inesatto perché RFI è mandataria della proprietà della linea per conto dello Stato, mentre
Trenitalia è il soggetto che fornisce il servizio ( o qualsiasi altro gestore privato).
A tale proposito il sottoscritto ha ricevuto dall’A.D. di RFI, Ing. Elia, una lettera in cui si
afferma la disponibilità a sviluppare con FVM studi ed attività congiunte al fine di un
eventuale ripristino (Prot. AD/A0011/P/2010/0000244 del 08/03/2010.
– il Genio Ferrovieri non è interessato alla linea.
Totalmente falso in quanto la disponibilità a ricostruire la ferrovia è stata sancita da
un accordo di massima tra lo Stato Maggiore Esercito e la Regione nel luglio 2007
del tutto favorevole a tale ipotesi; inoltre il Genio ha le potenzialità ( oggi) di assicurare
la gestione operativa ( non economica) del traffico.
– lo studio SVIM ha decretato la non fattibilità economica del ripristino.
Di fatto tale studio, definito dal Prof. Bariletti ( Univv La Sapienza e Roma 3) un
“de profundis su commissione” con lettera al “ Carlino “ del 18.01.2005, viene
duramente smentito dallo stesso Bariletti in quanto nei calcoli della gestione sono
contabilizzati anche i costi di ricostruzione e quelli di ordinaria manutenzione:
procedimento scorretto oltre che errato perché si prevedevano anche delle spese
(inutili) per il totale rifacimento di gallerie e ponti, al contrario ben conservati.
Nonostante tutto lo studio SVIM afferma (sorpresa!) che la gestione può raggiungere
il pareggio dopo 13 anni di attività , conseguendo un utile di gestione dopo tale periodo.
Come chicca finale si propone, agli utenti ed ai viaggiatori sul percorso, una salutare
pedalata di quasi due ore a velocità da allenati corridori per raggiungere Urbino e
rivitalizzare l’economia del territorio.
Per quanto riguarda le esternazioni del presidente Ricci, oltre a stigmatizzare il suo
risentimento su presunti comportamenti vocali da parte di chi contesta la vicenda,
devo rilevare che:
– proporre la costruzione ex-novo di un collegamento tra Pergola e Fossombrone , per unire
Urbino a Roma, come “conditio sine qua non” ad un ipotetico ritorno del treno nella
valle lascia stupefatti ed increduli. Qui si parla del servizio tra Fano ed Urbino, tra la costa
e l’interno e non di altro.
I costi di costruzione di tale nuova linea per Fabriano e dell’affiancamento alla Superstrada
per Urbino sarebbero notevoli ( nell’ordine di 400-500 milioni – solo per avviare i cantieri -ergo
non affrontabili al momento attuale), per cui l’alibi di non fare più nulla è bello e confezionato.
Di contro ricostruire sul vecchio tracciato comporta una spesa molto simile a quella
affrontata per i 3,5 Km della Bretella di Urbino ( 76 milioni).
– La tratta della Pergolese si può semplicemente salvare con il prolungamento delle corse
tra Civitanova e Fabriano con costi aggiuntivi modestissimi.
Sconcerta , poi, l’atteggiamento di totale indifferenza alle proposte di incontro richieste
dall’Associazione per confrontare idee e progetti .
Il sospetto è che non vi sia assolutamente nulla da confrontare con le tesi di FVM .
A questo proposito mi permetto di elencare quanto prodotto in merito da FVM e
da altri soggetti .
– Due studi di natura economico-gestionale prodotti dal Dott. Lombardi ( di Firenze)
e dall’Urbanista Rother-Rutter ( di Trieste) entrambi soci FVM.
– Uno studio sull’utilizzo della tecnologia tram-treno prodotte dal Col. Trecchiodi
( di Perugia) socio FVM.
– Uno studio di lineamenti finanziari per il reperimento di fondi prodotti dal Dott. Lombardi.
– Uno studio / progetto operativo condotto dal Genio Ferrovieri con eventuale proposta
di completamento del tracciato su Rimini o Sant’Arcangelo di R.
– Un progetto di ripristino del servizio da parte dell’Ing. Santinelli ( con stime
anche sulla gestione).
– Un progetto di utilizzo della linea per gli scopi della Protezione Civile ( lotta Antincendio
e d interventi in caso di calamità) depositato in Regione ( Bonaccorsi –Pergola , socio FVM).
– Uno studio / progetto per l’istituzione di un treno di pronto soccorso gestito da C.R.I.
e da Protezione Civile, strategicamente posizionato sulla Metaurense ( Prof. Alessandrelli
– Roma, vicepresidente FVM)..
– La formazione di un Treno Ospedale di Pronto Impiego da dislocare sempre sulla
Metaurense (Prof Alessandrelli).
– Due studi di progetto ( gestionale e di ripristino) su base dati RFI e parametri asseverati
dalla Regione Lazio ( Prof. Bariletti – anni 2003 e 2010).
Inoltre è in corso di redazione un progetto di modello costruttivo ed operativo, con
moderne tecnologie e a diversi livelli di spesa , da parte di un pool di ingegneri aderenti
all’AISIF-CIFI di Roma.
Questo per quanto riguarda il patrimonio culturale messo a disposizione ( gratis) da Fvm alla
comunità.
Per ciò che concerne l’affermazione che” il treno non tornerà più perché passa in mezzo
alle case” (!), bisogna puntualizzare che la costruzione di qualsiasi manufatto presso ogni
linea ferroviaria è regolamentata dal DPR 753/80, legge dello Stato e Regolamento di Polizia
Ferroviaria, pertanto anche la Fano-Urbino non sfugge a tale legge ed è di conseguenza
completamente percorribile (se così non fosse – infatti – coloro che sono deputati al rispetto
e all’osservanza della norma, il Concessionario in Primis e le Istituzioni delegate e sub-delegate
ai servizi ferroviari – Regione e Provincia – potrebbero essere incriminati
per “colpa in viglilando”).
I treni di servizio hanno circolato fino al 1998.
Non mi risulta , inoltre che si voglia chiudere la ferrovia Adriatica tra Ravenna e Cattolica
perché i treni passano “ tra le case” a 160 Km orari: succederebbe una rivoluzione di
popolo, visto che parte del turismo della Riviera fa affidamento sul servizio ferroviario.
Da ultimo bisogna rilevare che i valori immobiliari delle case poste nelle adiacenze di un
servizio di trasporto pubblico ( treno, autobus, tram, metrò con sistemi intermodali)
sono incrementati dalla presenza del servizio stesso.
Pertanto ribadisco che l’Associazione è disponibile ad un fattivo contributo per risolvere
positivamente tale incresciosa ed estenuante vicenda , sempre che vi sia da parte del
“palazzo” un atteggiamento similare.
In caso contrario non rimane che constatare un ennesimo esempio di cattiva
“governance” del territorio, indice di anti-democrazia e disattenzione
per il futuro di tutti. Carlo Bellagamba
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